Cosa è la la scuola familiare: homeschooling

La scuola familiare o homeschooling consiste nell'educazione dei figli in ambito domestico da parte dei genitori, in alternativa alla scuola tradizionale, secondo pedagogie alternative. In Italia la scuola familiare è ammessa e regolamentata dalla legge n.448/2006 e implica condivisione del progetto educativo con gli istituti scolastici per sostenere gli esami di stato.  

La scuola familiare è la gestione autonoma da parte dei genitori dell’istruzione dei propri figli, in armonia con i propri specifici valori etico/culturali e con la sensibilità dei bambini. Si tratta di una possibilità pienamente prevista dalla legge e dalla costituzione, che  purtroppo gode di poca considerazione. L’istruzione dei propri figli è una responsabilità che si può prendere nelle proprie mani senza dover sottostare alla scelta netta fra scuola e isolamento, che troppo spesso viene presentata come obbligatoria.  In realtà ci sono molte fonti di conoscenza e competenze, sia  nell’ambiente familiare che nell’ambiente circostante la famiglia: queste risorse possono essere riconosciute, stimolate, integrate ed utilizzate a pieno per l'istruzione dei bambini.

Comprensibilmente un genitore può essere colto da un certo timore se, di fronte ad un compito così importante, si trova obbligato alla scelta secca fra la delega in bianco alla macchina scolastica e l’isolamento totale. Il confronto fra le famiglie interessate alla scuola familiare è molto importante per rendere meno minacciosa questa scelta, così come è molto importante un rapporto di mutua solidarietà  fra le famiglie che scelgono di fare scuola familiare.

La prima domanda che si presenta è:

 Sarò capace di farlo con mio figlio/a?

 

Probabilmente si, e probabilmente con risultati che nulla avranno da invidiare a quelli della macchina scolastica; ma in più verranno soddisfatte le esigenze che hanno fatto sorgere l’idea di gestire direttamente l'istruzione dei propri figli (allontanamento più graduale del bimbo dalla famiglia,  rispetto delle specifiche sensibilità ed inclinazioni della famiglia e del bambino e tante altre... ) . 

 La delega in bianco alla macchina scolastica è davvero una soluzione così sicura?

Più che altro è rassicurante, nel senso che alleggerisce le coscienze dei genitori, temporaneamente. Non è raro che il solo prendere in considerazione la possibilità della scuola familiare sia accolto come una strana e pericolosa incognita, mentre quando si tratta di eclatanti fallimenti della macchina scolastica l’attenzione è davvero poca,  praticamente nessuno si assume le responsabilità dei fatti, le doverose contromisure rimangono fumose ed inconsistenti. Tra le timide occasioni di verifica dei risultati dell’apparato scolastico vale la pena citarne una molto recente: i test OCSE-Pisa del 2010, che hanno messo in rilievo come "un quindicenne su cinque, in Italia, sia semianalfabeta. Cioè privo <<delle capacità fondamentali di lettura e di scrittura>>. Questa volta, a certificarlo è la Commissione europea". Si tratta di un quadro impressionante per ragazzi che hanno sulle spalle 9 anni di scuola, eppure anche questa notizia è rimasta relegata fra gli addetti ai lavori e in qualche sporadico articoletto tra le ultime pagine dei giornali (anche perché non si tratta di risultati che possano essere strumentalizzati per la mera richiesta di maggiori fondi per la scuola).

 Veramente la scuola risolve tutti problemi che possono intimorire chi consideri una gestione autonoma dell’istruzione dei propri figli?

Non sono pochi quelli che non lo pensano o, addirittura, quelli che sono convinti del contrario. Citamo come esempio la lettera di dimissioni scritta al Wall Street Journal da John Taylor Gatto, il quale, dopo 26 anni di insegnamento nella scuola pubblica di New York, nel 1991 disse basta e lasciò l’insegnamento. Una testimonianza che mette in luce il carattere cronico e globale del problema.

"L'istituzione scuola uccide la famiglia, monopolizzando il tempo migliore dei figli, la giovinezza. Un'esagerazione? Non proprio, i genitori non partecipano in nessun modo alla scuola come da noi intesa. Gli ordini, che io eseguo come insegnante, sono quelli di abituare, adattare i bambini a una sorta di allenamento animale, allenandoli ad aspettare che gli sia detto cosa devono fare, abituandoli a smettere di fare quello che fanno non appena suona una campanella, persuadendoli che c'è una giustizia nel sistema di giudizio convenzionale. Io non voglio convincere i bambini a credere che gli insegnanti abbiamo dei segreti da svelare a coloro che si comporteranno come discepoli".

"Sono arrivato a comprendere, lentamente, cosa realmente insegno: confusione, giustizia arbitraria,  volgarità, rudezza, mancanza di rispetto per la riservatezza, indifferenza alla qualità e dipendenza. Io insegno come adattarsi a un un mondo nel quale io stesso non vorrei vivere. Io non posso più farlo".

Successivamente Gatto pubblicò diversi libri molto popolari, criticando il sistema educativo pubblico e portò all'attenzione della società i successi della scuola familiare e dell'educazione alternativa.

Ma cosa significa esattamente scuola familiare? Come si fa? A chi chiedere aiuto? Sarò capace di farlo con mio figlio/a?

Domande e risposte che possono chiarire le idee e rilanciare un confronto fra gli interessati.

 

 Cosa significa scuola familiare?

È utile ripeterlo: la scuola familiare è la gestione autonoma da parte dei genitori dell’istruzione dei propri figli, in armonia sia con i propri specifici valori etici e culturali sia con le specifiche sensibilità e inclinazioni dei bambini. Ci sono tre tendenze di scuola familiare: quella in cui gli educatori sono i genitori, quella in cui gli educatori sono scelti dalla famiglia e un mix tra le due tipologie citate, una scuola in cui le famiglie e i bambini concordano con gli educatori scelti un progetto educativo, fatto su misura per loro e i genitori svolgono alcune attività. Si scelgono gli educatori (educatori professionali o meno, ma anche il nonno contadino per passione, lo zio appassionato di musica, il falegname dalle mani d'oro, la zia racconta storie, la mamma ballerina, la cugina che sa lavorare la creta...), i luoghi (la casa, il locale concesso dal comune o da un altro ente, il locale preso in affitto da più famiglie insieme, l'orto, la biblioteca, la palestra, la piscina), si scelgono gli obiettivi e ci si focalizza su come i bambini sono in grado di apprendere con naturalezza, senza imposizioni, per autentica passione. Si sceglie cosa e come imparare,  rispettando le individualità, orientandosi ai desideri e alle inclinazioni dei figli, coinvolgendo nell'educazione chiunque abbia la voglia e la capacità di trasmettere conoscenza e abilità, sfruttando tutte le fonti di conoscenza e competenza che a ben vedere ci sono nell’ambiente circostante alla famiglia.

 È legale?

Sì, la possibilità di fare homeschooling è sancita dalla nostra Costituzione, articoli 30,33,34. In genere viene richiesto dal distretto scolastico di preparare un piano di studi e presentarlo. Gli educatori non devono essere degli insegnanti certificati.  I gruppi locali di studio di solito sono la migliore fonte di informazioni.  In genere non è saggio iniziare chiedendo al vostro distretto scolastico locale cosa dice la legge; spesso non lo sanno, e potrebbero darvi informazioni sbagliate.

 

 Come funziona lo studio in una scuola familiare?

Come la maggior parte delle famiglie vi diranno, non c'è una giornata-tipo. I bambini che studiano in questo tipo di scuola (o a casa loro) imparano attraverso la lettura, la conversazione, il gioco, le lezioni all'aperto, il lavoro volontario e l'apprendistato. Tipicamente i bambini avranno un po' di tempo per loro a casa (per leggere, giocare, disegnare, scrivere, fare un esperimento scientifico, cantare, etc.) e un po' di tempo con i genitori (per chiedere aiuto, parlare, fare qualche progetto insieme), nonché un po' di tempo con altre persone fuori casa (amici, lezioni di musica, sport…).

Pensate alle risorse disponibili nella vostra comunità: biblioteche, musei, siti storici, palazzi di giustizia, negozi di prodotti tipici, parchi naturali. Pensate a persone adulte di vostra conoscenza che possono mostrare come si fa qualcosa, rispondere a delle domande, lasciare che i vostri figli li osservino o li aiutino mentre lavorano. Pensate ad attività della vita reale: scrivere lettere, gestire denaro, misurare, osservare le stelle, parlare con gli anziani. Questi sono alcuni dei metodi con cui chi studia a casa impara la lingua, la matematica, la scienza e la storia. Parlare con altre persone che praticano quest'attività vi darà altre idee. Alcune famiglie vogliono avere un'idea di cosa ci si aspetta dai bambini che vanno a scuola man mano che crescono. Procuratevi una copia del programma della vostra scuola, usatelo come una mappa ma non seguitelo rigidamente – uno dei vantaggi migliori dello studio in autonomia è che non dovete operare come fa la scuola o fare in modo che il vostro bambino segua gli stessi orari. Internet è pieno di risorse e programmi didattici di ogni genere messi a disposizione nel mondo.

 

 Devo spendere molti soldi per il materiale dello studio a casa?

Niente di più di quello che dovreste spendere comunque per gli interessi e le attività del vostro bambino. Chi studia a casa spesso usa la biblioteca e altre risorse comunitarie gratis o a basso costo. Condividendo o scambiando materiali e conoscenze l'un l'altro o con altre persone nella comunità o nei circuiti di mutua solidarietà fra famiglie che praticano la scuola familiare. I più grandicelli trovano che il volontariato sia un ottimo mezzo per imparare dagli adulti fuori dalla famiglia, e spesso è meno costoso di frequentare una lezione o comprare del materiale.

 

 Avrò tempo per farlo? Come farò a educare se mio figlio/a a casa non mi ascolta mai? Saranno i genitori a insegnare?  

I genitori facilitano l'apprendimento e aiutano i propri bambini a cercare informazioni ed entrare in contatto con altre persone. Fare scuola familiare significa poter scegliere gli educatori dei propri figli. Homeschooling non significa accollarsi l'educazione scolastica dei figli, significa partecipare, scegliere insieme, decidere per il meglio. Per questo motivo in molte città stanno cercando di fare homeschooling di gruppo, con diverse famiglie a gestire insieme il progetto educativo, ricorrendo anche a educatori esterni scelti dalle famiglie. Si stima che su 6 ore trascorse a scuola, il bambino in media ne trascorra solo 3 di studio, di cui solo 20 minuti di ogni ora possono essere considerati dedicati ad un apprendimento vagamente 'vero'. Per non parlare del fatto che l'attenzione individuale nel piccolo gruppo di una scuola familiare rende il processo di apprendimento, le verifiche di quanto appreso e l'eventuale adattamento del programma ai bisogni e sviluppo del bambino molto più efficaci e veloci.

 

 I bambini educati in questo modo non rimangono affatto "indietro", limitati o svantaggiati in alcun modo rispetto ai bambini educati nella scuola istituzionalizzata?

 

NO, affatto. Eccovi alcune statistiche dagli USA e la Gran Bretagna dove il fenomeno è già molto diffuso da anni:

USA: Homeschoolers consistently outperform their schooled peers on standardized tests. The most recent report (from the U.S. Department of Education) stated that homeschoolers are, on average, one year ahead of their schooled peers on the elementary school level. By the time homeschooled students are in the eighth grade, they are four years ahead of their schooled peers.

GB: A comparative study carried out by the University of Durham found that children taught at home significantly outperform their contemporaries who go to school. The average national score for school-educated pupils in a general mathematics and literacy test was 45 per cent, while that of the home-educated children was 81 per cent. Society assumes that school is best, but the assumption has no concrete foundation.

http://www.guardian.co.uk/uk/2000/aug/13/education.educationnews1

 

 E se il mio Stato richiede un esame finale, o se i miei figli devono superare un esame standard di ammissione all'università in futuro? Saranno pronti per questo?

 

Per prima cosa assicuratevi che l'esame sia una cosa obbligatoria dove vivete. Alcune volte gli esami annuali sono opzionali, mentre obbligatorio è l'esame di passaggio (es. dalla V alla I media).  Se dovete sottoporre i vostri figli ad un esame potete prepararli lavorando su dei fac-simile (proprio come fanno i bambini che vanno a scuola) e parlandogli delle strategie per affrontare un esame.

 

 E la vita sociale dei bambini che studiano a casa?

 

Si concordano i programmi, rispettando le inclinazioni naturali e approfondendo gli argomenti che interessano i figli. Questo tipo di educazione innanzi tutto aiuta i genitori a costruire un rapporto diverso con i propri figli. Quando penso ai bambini penso ad un cortile, dove i bambini giocano e scherzano insieme, non penso a una classe di bambini che temono i voti, fanno ginnastica una volta a settimana, non ballano, cantano e suonano...

Ci sono molti modi in cui questi bambini possono incontrare altri coetanei. Gli studi hanno dimostrato che chi studia a casa ha un concetto di sé più positivo dei coetanei che vanno a scuola. Sono più portati ad avere amici di diverse età ed essere liberi dai comportamenti esclusivi e cliché che sono così comuni nelle scuole. Ecco alcuni dei modi in cui i bambini che studiano a casa incontrano e socializzano con altri bambini: nel vicinato, in chiesa, negli scout, nello sport, in teatro, nelle lezioni di musica, danza, ginnastica o arte, tramite la partecipazione ad alcune attività scolastiche, attraverso i gruppi di sostegno allo studio privato e i club.

 

 Lo studio a casa funziona per gli adolescenti? È possibile andare all'università dopo?

 

Sì, e sì. Sempre più adolescenti lasciano la scuola per studiare a casa. Anche il numero di adolescenti che hanno studiato a casa per tutta la loro vita sta aumentando. Questi ragazzi stanno studiando le materie in maniera approfondita, ed imparano dall'apprendistato, dal lavoro e dai viaggi. Amano l'indipendenza garantita dallo studio a casa e il tempo per scoprire ciò che davvero gli piace fare. Gli studenti privati ora frequentano molte università e altri stanno lavorando o facendo apprendistato anziché andare all'università.

 

BIBLIOGRAFIA

Taylor Gatto, Holt, Kohn, McNeill, Illich, Francesco Codello, Irene Stella

 

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