Beethoven

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Vita di Ludwig van Beethoven - Biografie e opere.

Beethoven (1770-1827) è considerato uno dei più grandi compositori di tutti i tempi, colui che ha portato la musica classica nel romanticismo. Nato a Bonn, si trasferì giovanissimo a Vienna dove compì gli studi musicali e iniziò a farsi conoscere come virtuoso pianista e autore di opere innovative. Nonostante la progressiva sordità che lo colpì fin dal 1796, Beethoven continuò a comporre capolavori immortali come le sue 9 Sinfonie, i 5 Concerti per pianoforte, le sonate per pianoforte e i quartetti d'archi. La sua musica espressiva e drammatica influenzò tutti i compositori successivi.

INDICE

Introduzione

Inizio
Beethoven come apprendista di corte dal 1781 al 1784
Sviluppo e maturità a Bonn dal 1787 al 1792
L'ultimo periodo a Bonn
Gli anni di studio a Vienna tra il 1792 e il 1795

Il successo come giovane compositore tra il 1795 al 1801

La perdità dell'udito
Gli anni dell'apoteosi di un genio dal 1803 al 1815
Processi e tribolazioni (1815 - 1820)
Il penultimo capitolo di una vita straordinaria (1821-1824)

La prima della "Nona"
La fine della vita a l'inizio dell'immortalità (1824-1827)

 

Introduzione

 

Ludwig Van Beethoven è stato uno dei più grandi compositori che l'umanità abbia mai avuto. Fu un innovatore, che ampliò il campo di applicazione della sonata, della sinfonia, del concerto e del quartetto, combinando voci e strumenti in un modo nuovo. Fu uno dei pionieri della musica strumentale nella cultura europea, e ha giocato un ruolo cruciale nello sviluppo della musica tonale. È uno dei personaggi più popolari della Storia, insieme forse solo a un altro compositore del suo tempo, Mozart.

Molti conoscono il grande compositore anche per caratteristiche e curiosità della sua vita personale. Un uomo dal fortissimo temperamento, non molto alto, sanguigno e facilmente irritabile. La sua esistenza è stata segnata dalla lotta contro la sordità, tanto che alcune delle sue opere più importanti sono state composte nel corso degli ultimi 10 anni della sua vita, quando era del tutto incapace di udire. Nessuno sa davvero come perse l'udito (cominciò a perderlo quando aveva 26 anni). Quello che è certo è che la musica veniva "sentita" dentro con risultati che potrebbero essere accostati al miracolo.

Ludwig van BeethovenBeethoven sarebbe nato il 17 dicembre ma in realtà quello fu probabilmente il giorno del suo battesimo. Non ci sono documenti parrocchiali precisi sulla sua nascita e si ritiene che sia nato il giorno prima del battesimo, anche se potrebbe essere nato qualche giorno prima. Nessuno lo sa per certo. Una vita a tratti difficili, con il padre che lo ritirò da scuola quando aveva solo 10 anni perché voleva farne un piccolo Mozart (e sfruttarne i conseguenti benefici economici). Pare che la sua calligrafia fosse così brutta che, ad oggi, i musicologi faticano ad autenticare la sua firma. Era un ragazzo che dovette crescere in fretta. Quando era solo un adolescente, Ludwig si era già assunto la piena responsabilità della sua famiglia. È strano, ma il "gossip" attorno alla vita di Beethoven ha incuriosito molto anche i non amanti della musica classica.

Quando si pensa a un genio il suo nome è spesso accostato a quello di Einstein, Leonardo da Vinci e del suo "collega" Mozart". Fu sfortunato in amore, si innamorò due volte follemente nella sua vita, ma senza venire corrisposto. La vita amorosa di Beethoven era complicata dal sistema di classi sociali della Vienna dell'inizio del XIX secolo. Si innamorò per la prima volta di una giovane contessa di nome Julie nel 1801, ma non poté sposarla perché era un uomo comune. Qualche anno dopo si incontrò e si innamorò di Josephine Brunswick dopo averle impartito lezioni di pianoforte nel 1799. Quest'ultima in seguito sposò un conte che morì nel 1804 e non poté sposare Beethoven per paura di perdere la custodia dei suoi aristocratici figli. Le scrisse almeno 15 lettere d'amore appassionate durante la sua vita e si ritiene che lei sia la misteriosa destinataria della sua famosa lettera d'amore "Amata Immortale" del 1812.

Pensatore libero, fu grande ammiratore della Rivoluzione Francese e di Napoleone, almeno fino a quando questi non divenne imperatore. Al condottiero corso il compositore aveva dedicato la sua terza sinfonia, l'Eroica,  ma quando questi divenne imperatore, incollerito strappò la prima pagina del suo manoscritto e cancellò il suo nome.

Beethoven aveva anche qualche problema con l'alcol, ma questo, per fortuna, non ebbe un impatto negativo sulla sua musica. Una volta venne arrestato dopo essere stato scambiato per un barbone da un ignaro poliziotto che non lo aveva riconosciuto. Dopo la sua morte nel 1827, l'autopsia rivelò un restringimento del fegato a causa della cirrosi.

Insomma era un uomo, un uomo che gli altri esseri umani non potranno mai dimenticare. Secondo alcuni ricercatori i suoi ritmi musicali insoliti possono essere il risultato della sua condizione cardiaca, una possibile aritmia. Quindi quando sentiamo la sua musica in qualche modo sentiamo anche un'eco del suo cuore che batte.

Sia come sia, il suo ideale di amore totalizzante, l'energia propulsiva della vita che si può cogliere nelle sfumature di un viso di donna o nei contorni con le luci di un panorama di campagna, traspare dalle sue note. La sua musica porta nell'eternità.

La sordità di Beethoven è uno degli argomenti più interessanti della storia della musica. Ha creato una sterminata letteratura di supposizioni e interpretazioni. Alla basa di tutto il fascino che può avere una malattia invalidante, resta l'immagine di tutto un fiume in piena di musica interiore negli anni della malattia, che deve essersi riversata nella mente e nel cuore del compositore, protetta dal muro esterno del silenzio assoluto.

Ludwig van BeethovenUn handicap che si trasformò in forza straripante. La patologia di Beethoven influenzò la sua vita sociale, e deve aver cambiato profondamente la sua personalità, questo è certo. In ogni caso, il suo sviluppo come artista avrebbe probabilmente causato una crisi nel suo rapporto con la vita musicale e sociale del tempo, prima o poi, con o senza la sordità. Nei suoi primi anni scrisse come pianista-compositore per un pubblico immediato e ricettivo; negli ultimi anni scrisse per se stesso.

In tutte le biografie su Beethoven si evince la sua consapevolezza sugli eventi e sulle idee del tempo, in particolare il suo attaccamento, come già accennato,  agli ideali della Rivoluzione Francese e la sua fede nella fratellanza degli uomini, come espresso nel suo obiettivo di una vita, ovvero comporre una versione dell'Inno alla gioia di Friedrich Schiller, realizzato poi nella sua Nona (e ultima) Sinfonia, poco prima della fine della sua vita. Sempre presente inoltre fu il suo genuino amore per la natura e la vita all'aria aperta. Chi conosce la sua musica sa che anche quest'ultimo elemento emerge spesso tra le sue note.

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Inizio

Ludwig van Beethoven fu battezzato nella chiesa parrocchiale cattolica di San Remigio a Bonn il 17 dicembre 1770. La sua famiglia di origine fiamminga, come si evince dal nome, è riconducibile a un villaggio vicino a Lovanio in Belgio nel XVII secolo. Nel 1650 un antenato diretto del compositore si stabilì ad Anversa. Il nonno di Beethoven, Louis, litigò con la sua famiglia, trasferendosi a Bonn nel 1732 e diventando uno dei musicisti di corte dell'arcivescovo elettore di Colonia.

Johann van Beethoven era un uomo geniale e di carattere encomiabile, e sebbene Ludwig avesse solo quattro anni quando suo nonno morì, non lo dimenticò mai, e tenne il suo ritratto fino alla fine dei suoi giorni. Il padre di Beethoven, che portava lo stesso nome del nonno (e poi di uno dei fratelli di Ludwig) divenne un tenore alla corte dell'arcivescovo, ed era viceversa di temperamento rude e violento, indole peggiorata dalla sua passione per gli alcolici, né dalla miseria in cui la sua famiglia spesso si trovava. Sposò Magdelina Leim o Laym, la vedova di un valletto dell'Elettore di Treviri e figlia del capo cuoco a Ehrenbreitstein. Il padre di Beethoven volle approfittare il più presto possibile del talento del figlio, e di conseguenza cominciò a dargli una formazione musicale importante, soprattutto al violino.

Quando aveva solo cinque anni, la famiglia Beethoven lasciò la casa in cui il futuro compositore era nato (al 515 Bonngasse, che ora ospita un museo su Beethoven, con una magnifica collezione di manoscritti e cimeli). A nove anni suo padre non aveva altro da insegnargli in fatto di musica, e cominciò a prendere lezioni di oboe e clavicembalo sotto Tobias Frederick Pfeiffer, che tuttavia partì presto da Bonn, e di violino con Francesco Rovantini, il quale morì poco dopo. Franz Georg Rovantini (così era conosciuto) viveva nella stessa casa di Beethoven, era il figlio del violinista Johann Conrad Rovantini che fu chiamato a Bonn da Ehrenbreitstein e che morì nel 1766. I Ravantini erano in qualche modo imparentati con la famiglia Beethoven. Il giovane Franz Georg era molto rispettato come insegnante e Beethoven era tra i suoi allievi, con lezioni di violino e viola. Ma anche queste lezioni terminarono presto per la morte improvvisa di Rovantini per una infezione il 9 settembre del 1781 (aveva solo 24 anni).

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Beethoven nel periodo da apprendista di corte dal 1781 al 1784

Locandina primo concerto di Beethoven a Colonia nel 1778Un po' di educazione generale fu impartita a Beethoven da un certo Stephan Zambona, con lezioni quotidiane di latino. Van den Eeden, l'organista di corte, insieme a un vecchio amico di suo nonno, gli insegnarono l'organo e il pianoforte. I progressi del giovane Ludwig furono così rapidi che, quando Christian Gottlob Neefe successe a Van den Eeden nel 1781 come organista di corte, fu presto in grado di consentire al ragazzo di agire come suo vice. Secondo alcune testimonianze Beethoven divenne anche allievo, dal 1781, del Kapellmeister di Colonia Andrea Lucchesi (originario di Motta di Livenza, in provincia di Treviso). Con il suo permesso Beethoven pubblicò nel 1783 la sua prima composizione esistente, una serie di variazioni su una marcia di Dressler. Il frontespizio affermava che gli spartiti furono scritti nel 1780 "par un jeune dilettante Louis van Beethoven age de dix ans". Di fianco a sinistra potete vedere la locandina che Johann van Beethoven fece preparare per il concerto del figlio a Colonia del 26 marzo 1778 (nella presentazione Ludwig viene descritto dal padre come il suo " figlio piccolo di sei anni").

 

Il padre di Beethoven fu spesso molto goffo nei suoi tentativi inutili di fare diventare suo figlio un bambino prodigio stile Mozart, un "Wunderkind"; tentò di retro-datare la sua data di nascita per farlo apparire più piccolo dei suoi anni in un paio di occasioni.  Sempre nel 1783, a Beethoven fu dato l'incarico di cembalista nel teatro di Bonn. Nel 1784 la sua posizione di assistente di Neefe divenne ufficiale. Non solo Neefe si fidava Beethoven come suo sostituto, ma riconobbe anche il genio del suo allievo in qualche suo scritto.

Entro la fine del 1783, Beethoven insieme alla madre compì un viaggio in Olanda. Rovantini aveva una sorella, Anna Maria Magdalena, che lavorava presso una ricca vedova come governante a Rotterdam. Quando la madre di Beethoven la informò della morte di Rovantini nel 1781, volle visitare la sua tomba a Bonn, e così fece nell'autunno 1783. Fu organizzata una visita di ritorno in Olanda dei Beethoven. Johann non era in grado di andare, e così Ludwig andò con sua madre durante il viaggio lungo il Reno. Il tempo era così freddo che sua madre riferì che tenne i suoi piedi in grembo per evitare il congelamento. Madre e figlio rimasero a Rotterdam per qualche tempo, e Beethoven suonò lì in diverse grandi case, sorprendendo tutti con la sua abilità. Eseguì inoltre una esibizione al pianoforte al Palazzo Reale de L'Aia, a una decina di chilometri di distanza, il 23 novembre e fu pagato 63 fiorini, molto più di chiunque altro durante l'evento. Tuttavia, Beethoven tornò ugualmente insoddisfatto con le ricompense ricevute, descrivendo gli olandesi come spilorci e giurando di non tornare mai più nei Paesi Bassi (cosa che avvenne).

La stagione teatrale 1783/1784 iniziò frenetica quell'autunno a Bonn, in quanto Neefe stava ancora sostituendo Lucchesi come Kapellmeister a Colonia e delegò molti dei suoi doveri al suo giovane apprendista. Forte della fiducia del suo Maestro nelle sue capacità e, forse, come sostiene il biografo Cooper, anche la sicurezza raggiunta durante il viaggio in Olanda, Beethoven fece una petizione al tribunale nel febbraio 1784, per terminare la sua figura di "apprendista" ed essere assunto come musicista di corte.

Mentre consegnava la sua petizione, la città Bonn conobbe una grande inondazione del fiume Reno, una delle più devastanti della sua storia. Altre tribolazioni sarebbero seguite al fare ritardare la fine dell'apprendistato di Beethoven, come la scomparsa dell'elettore Maximilian Friedrich scomparso il 15 aprile 1784, e del suo ministro Belderbusch subito dopo. Nel corso del 1784, il nuovo principe elettore Maximilian Franz, figlio dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, stabilì la sua residenza a Bonn e riconsiderò tutto il suo personale di corte, compresi i suoi musicisti, al fine di ottimizzare le spese.

Maximilian Franz chiese rapporti su tutto il suo personale. L'organista di corte il calvinista Neefe sembrava sacrificabile. Prima di tutto, prima della chiusura dell'anno, lo stipendio annuo di Neefe di 400 fiorini fu ridotto a 200 fiorini, e Ludwig van Beethoven, non ancora quattordicenne fu assunto come assistente organista con uno stipendio annuo di 150 fiorini. Questa situazione fu riesaminata ancora una volta nei primi mesi del 1785. I meriti di Neefe furono riconosciuti e il suo stipendio tornò ad essere quello precedente, mentre lo stipendio di Beethoven venne abbassato a 100 fiorini l'anno. Da allora, tuttavia il giovane musicista finalmente non fu più un apprendista senza stipendio, ma un salariato e contribuiva alle entrate della famiglia, considerando che prendeva la metà dello stipendio del tenore di corte Johann van Beethoven di 200 fiorini l'anno. A causa del declino della voce tenorile di suo padre, Ludwig avrebbe presto anche dovuto trovare ulteriori fonti di reddito per aiutare la sua famiglia.

Prima di discutere ulteriormente la formazione musicale di Beethoven, dovremmo guardare alla sua vita familiare e alla sua scuola. L'amico di infanzia del futuro compositore Franz Gerhard Wegeler (e dopo anche uno dei suoi primi biografi) riferisce che Ludwig fu sempre molto attaccato alla sua dolce e cagionevole  madre, e che aveva un legame meno forte con il suo severo padre. Frequentò la scuola per tutti di quattro anni, il cosiddetto "tirocinium", in cui agli alunni erano insegnati i principi fondamentali di aritmetica, di lingua tedesca e un po' di latino. Nella sua biografia Alexander Wheelock Thayer cita un certo Wurzer, che sarebbe diventato presidente della Corte della contea Coblenza, e che fu compagno di classe di Beethoven in questo periodo. Wurzer sostenne che Ludwig non prestava alcuna attenzione all'istruzione, ma era assorto nei suoi sogni ad occhi aperti e che spesso appariva trasandato e sporco. In un altro ricordo Wurzer racconta un succoso aneddoto: "Nell'estate del 1790 o del 1791 sono stato un giorno di lavoro a Godesberger Brunner. Dopo cena Beethoven e un altro giovane si avvicinarono. Gli raccontai che la chiesa a Marienforst (un chiostro nel bosco dietro Godesberg) era stata riparata e rinnovata, e che questo era vero anche per l'organo, che era o del tutto nuovo o almeno notevolmente migliorato. La nostra compagnia lo pregò di darci il piacere di ascoltarlo suonare lo strumento. La sua natura bonaria lo portò ad acconsentire al nostro desiderio. La chiesa era chiusa a chiave, ma il priore fu molto cortese e la fece aprire. Beethoven cominciò a suonare variazioni al piano su temi a lui da noi indicati, in un modo che ci ha commosse profondamente; ma ciò che fu molto più significativo, furono le persone addette alla pulizia dei detriti lasciati durante la ristrutturazione della chiesa, che smisero tutti di lavorare e si misero ad ascoltare rapiti quella musica non appena le prime note cominciarono ad essere suonate. Sit tibi terra levis (Che ti sia leggera la terra) "

Wegeler introdusse Beethoven ai signori Breuning che erano alla ricerca di un insegnante di pianoforte per due dei suoi figli, Eleonore e Lenz. Beethoven avrebbe potuto guadagnare qualche soldo extra nell'insegnamento, ma ben presto divenne anche amico di tutti i ragazzi von Breuning. L'atmosfera rilassata di questa famiglia gli fu congeniale e lo aiutò a sviluppare le sue capacità di interazione in un ambiente appropriato. La signora von Breuning e suo cognato, un insegnante che si era trasferito con la famiglia per curare l'educazione dei figli, desidera instillare nei loro ragazzi l'amore per la letteratura, le arti liberali e la musica. È in questo cerchio confortevole che Beethoven fu introdotto alle opere di letteratura tedesca contemporanea, come le opere di Klopstock, Lessing, Wieland, Herder, Goethe e Schiller (ancora viene sempre in mente l'Inno alla Gioia) nonché alle opere di scrittori della letteratura mondiale (ad esempio le opere di Shakespeare, Plutarco e altri autori classici).

L'influenza positiva che la signora von Breuning esercitò su Beethoven sarebbe diventata sempre più importante negli anni a venire. Beethoven accettò la famiglia von Breuning come sua seconda casa trascorrendo molte notti come loro ospite, improvvisando al pianoforte per la gioia della famiglia a tutte le ore. A volte però veniva fuori in qualche occasione il carattere difficile, scorbutico, superbo e ostinato di Ludwig che in tanti impareranno a conoscere nella sua vita. I ragazzi dei von Breuning in queste occasioni non sapevano come prenderlo. La signora von Breuning chiedeva ai suoi figli un po' di comprensione per il giovane genio.

Beethoven cominciò anche a fare l'insegnante di musica per figli di altre famiglie benestanti di Bonn. Anche se queste lezioni private erano un notevole aiuto economico per la sua famiglia, possiamo anche immaginare il contrasto tra l'atmosfera nella sua casa dei genitori e quella nelle case dove insegnava pianoforte dove aveva solo la sua abilità musicale da offrire, ma non poteva corrispondere alla loro raffinatezza mondana e alla spensieratezza del benessere economico. Questo lo rese introverso e gli causò non poco imbarazzo. In molte occasioni fu sentito detestare l'andare nelle case di alcune famiglie. Una volta la signora von Breuning insistette e lo guardò attraversare la Marktplatz di Bonn per entrare in un'altra casa. Poco dopo lo vide tornare, confessandogli che non poteva insegnare quel giorno.

Mentre ora forse abbiamo davanti ai nostri occhi un quadro vivido delle attività sociali di Beethoven, non dobbiamo dimenticare di tracciare un confronto tra il vivo interesse nel cerchio von Breuning in materia di arte e cultura e il clima generale di Bonn che il nuovo principe elettore Maximilian Franz riuscì a creare. Dal punto di vista musicale, va detto che il nuovo principe elettore era uno dei figli dell'imperatrice d'Austria Maria Teresa con cui Mozart a sei anni potrebbe aver suonato durante la sua prima visita a Vienna e che il vestito elegante di Wolfgang Amadeus visto su un dipinto era suo prima che fosse dato a Mozart.

Durante l'età adulta, Maximilian Franz divenne un fervente ammiratore di Mozart, che considerò anche di chiamare a Bonn come Kapellmeister (Maestro di cappella), se non avesse dovuto considerare che aveva già un uomo capace in questa posizione. Inoltre, il nuovo elettore doveva dare una ripulitura, come abbiamo visto, alle finanze del suo stato prima che potesse stabilire un nuovo corso. Alla fine, la sua influenza sulla vita culturale di Bonn fu molto positiva. Innalzò l'accademia locale allo status di università e nominò validi docenti. Iniziò a introdurre riforme simili in spirito all'assolutismo illuminato che suo fratello, l'imperatore Giuseppe II, realizzò a Vienna dopo il 1780 alla morte di sua madre. I cittadini di Bonn cominciarono a sentire e a capire che le scienze, la cultura e l'educazione dei sudditi erano più importante per loro sovrano del mantenere le tradizioni clericali dietro a cui lo stato si era trincerato fino ad allora.

Durante le stagioni teatrali del 1784-1785, 1785-1786 e 1786-1787, Maximilian Franz portò diverse compagnie d'opera a Bonn. Beethoven fu così in grado di conoscere le opere di Gluck (come le sue opere Alceste e Orfeo), e l'Armida, l'opera del suo futuro Maestro rivale di Mozart Antonio Salieri. Con questo, Maximilian Franz tentò di creare un po' dell'atmosfera musicale viennese a Bonn. Il Kapellmeister Andrea Lucchesi ritornò al suo posto e aveva un nuovo assistente, Anton Reicha dalla Boemia al suo fianco, come organista di corte. Neefe fu di nuovo relegato ai suoi doveri di organista. Questo lasciò Beethoven, tutto il tempo per la composizione e per le sue attività sociali.

Non sappiamo con certezza chi sostenne nella primavera 1787 il viaggio di Beethoven a Vienna e come questo fu finanziato di preciso, ma dobbiamo concludere che avesse almeno aveva il permesso del principe elettore e alcune lettere di referenze con lui. I registri mostrano che Beethoven giunse a Vienna ai primi di aprile. Dal momento che non abbiamo alcun rapporto di prima mano delle attività di Beethoven durante il suo breve soggiorno a Vienna, dobbiamo guardare con molta cautela ai resoconti esistenti del suo aver suonato e improvvisato con Mozart e, eventualmente, aver ricevuto anche delle lezioni da lui.

Gli studiosi di Mozart generalmente ci dicono che non vi è alcuna prova diretta che tali lezioni abbiano mai avuto luogo. L'aneddotica creò anche la storia popolare di Beethoven che venne elogiato educatamente ma freddamente da Mozart dopo avergli suonato un suo pezzo; a quel punto Beethoven gli chiese di dargli un tema su cui poi improvvisò, cosa che avvenne così bene che Mozart corse nella stanza adiacente commentando con i suoi amici, "tenete d'occhio questo ragazzo. Un giorno, darà al mondo qualcosa di cui parlare." Un fatto certo fu che Beethoven non poté rimanere a Vienna che per due settimane, dal momento che gli giunse una lettera dal padre a Bonn, esortandolo a tornare a casa immediatamente perché la madre si era gravemente ammalata.

Beethoven tornò a casa più in fretta che poteva via Monaco e Augusta. Lì incontrò il costruttore di pianoforti Stein. Quando tornò a casa, arrivò giusto in tempo per assistere alla sofferenza finale di sua madre affetta da tubercolosi, che morì nel luglio del 1787.

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Sviluppo e maturità a Bonn dal 1787 al 1792

Sappiamo che da questo momento Beethoven attraversò un periodo di intenso dolore per la perdita della madre. Temeva anche di avere contratto la stessa  malattia per la mancanza di respiro e la malinconia che lo prendeva. Il resoconto di quel periodo ci dice anche che le spese mediche relative alle cure della madre misero la famiglia Beethoven in gravi difficoltà finanziarie. Il musicista di corte di Bonn e il violinista Franz Anton Ries erano quelli che stettero più vicino a Beethoven in questi momenti. Di Johann van Beethoven si può tranquillamente dire che "crollò" letteralmente, dopo la morte della moglie. La sua voce e il canto peggiorano sempre di più, e tanto più questo accadeva, tanto più annegava i suoi dispiaceri nel vino. Ludwig dovette occuparsi degli affari domestici come meglio poteva. Con l'aiuto di alcuni suoi amici, lottò insieme per quasi due anni nel tentativo di tenere insieme le cose in modo che i suoi fratelli più piccoli potessero sempre contare di avere almeno il cibo in tavola, che una governante assunta per l'occasione preparava. La sua sorellina più piccola era nata solo un anno prima della morte della madre, ma morì nell'autunno del 1787. Così Beethoven si prese in carico i suoi fratelli Caspar Karl e Nikolaus Johannes, (da ora Johannes) soprattutto per quanto riguarda l'educazione. Caspar Karl aspirava a diventare un insegnante di pianoforte, e Nikolaus Johannes entrò come apprendista nella farmacista di corte a Bonn.

Quasi nessuno degli schizzi e delle decine di composizioni di Beethoven nel corso degli anni 1787-1789 sono sopravvissute, e questo accresce la tesi generale che Beethoven avrebbe smesso di comporre in questo periodo difficile. Forse di questo periodo resta solo il primo abbozzo del Piano Concerto No. 2, op. 19.

Beethoven passò attraverso un difficile periodo di adeguamento alla perdita di sua madre, dove sappiamo che mantenne le sue funzioni come musicista di corte, insegnante di musica e capo virtuale della sua famiglia. Ciò che lo aiutò a guarire lentamente fu l'influenza positiva che la signora von Breuning aveva su di lui, in molti modi, riempiendo il ruolo di sua madre. I von Breuning potrebbero essere intervenuti in un incidente imbarazzante che coinvolse il padre alcolizzato di Ludwig che la polizia stava per arrestare per disturbo della quiete pubblica. Il loro intervento discreto riuscì a risolvere il problema.

Un altro amico di Beethoven divenne il conte Waldstein, un nobile austriaco, che fu incaricato dal principe elettore di gestire alcuni aspetti delle cerimonie di corte. Questo giovane era anche un amico e ammiratore di Mozart. Nel tempo, divenne il primo nobile mecenate di Beethoven. Nel novembre 1789, lo stato di Johann van Beethoven era diventato così deplorevole che Ludwig si sentì costretto a presentare una petizione alla Corte per ricevere la metà dello stipendio di suo padre, in modo da assumere il controllo delle finanze della sua famiglia. Questa petizione fu concessa.

Se dovessimo, da un lato, seguire la 'tesi generale' che Beethoven smise di comporre del tutto tra il 1787 e il 1789, potremmo considerare che questa "soluzione" dei suoi problemi familiari avrebbe potuto liberare le sue energie per tornare alla composizione. Ciò che appare certo, in ogni caso, è che anche Beethoven tornò a prendere sempre più parte alla vita culturale di Bonn. Nel corso del semestre 1789-1790, si iscrisse all'Università di Bonn come studente laico, insieme ad alcuni dei suoi giovani musicisti compagni di corte. Inoltre socializzò con i membri della Società di Lettura di Bonn diventandone membro insieme a Waldstein. Questo cerchio dell'intellighenzia frequentava il ristorante Bonn Zehrgarten di proprietà della vedova Koch e che comprendeva una libreria. Nei suoi doveri come musicista di corte, Beethoven non solo ora agiva come assistente organista di corte, ma anche come violista nell'orchestra.

Nel 1790 la morte dell'imperatore Giuseppe II indusse la Società di Lettura di Bonn a commissionare a Beethoven una cantata funebre. Questo fu un'ulteriore prova che il suo talento era stato ormai riconosciuto, e che doveva aver scritto molto di più nei tre anni precedenti, altrimenti qualcun altro, come Neefe o Reicha sarebbero stato scelto. Questa cantata, però, non venne finita in tempo per il suo scopo. In essa, Beethoven trovò l'opportunità di trasformare il suo precedente dolore personale in un'espressione di dolore per la perdita di un sovrano illuminato. Beethoven scrisse anche una cantata per l'incoronazione del nuovo imperatore Leopoldo.  

La sua continua interazione con il conte Waldstein portò Beethoven ad una delle composizioni intraprese durante la stagione 1790/1791, un Ritterballet (Ballo dei Cavalieri) che Waldstein ebbe il permesso di presentare come proprio per i festeggiamenti. Il tema di questo carnevale furono i tempi medievali e le vite dei nobili durante il medioevo.

La tarda estate e l'autunno del 1791 portò con sé per Beethoven un viaggio gioioso, la memoria del quale gli sarebbe rimasta per tutta la vita. L'elettore, come Gran Maestro dell'Ordine Teutonico dovette presiedere la sua sessione autunnale del 1791 presso la sede dell'ordine a Mergentheim (dal 1526 al 1809 fu sede del Gran Maestro dell'Ordine Teutonico). Il viaggio da Bonn doveva costeggiare il fiume Meno attraverso Francoforte e poi proseguire per altri 100 km a sud-est. L'entourage musicale del principe lo seguì lungo i fiumi Reno e Meno in due barche. Ai musicisti di corte venne dato il compito di gestire le loro esigenze quotidiane. Beethoven fu relegato in cucina e ironicamente a Rüdesheim ricevette un diploma per i suoi sforzi "eroici" come cuoco. Il suo amico Wegeler osservò che tenne con attenzione questo "diploma" nel suo alloggio a Vienna. A Mergentheim, l'orchestra provò le cantate di Beethoven, ma le trovò troppo difficili da eseguire.

Durante una sosta prima a Aschaffenburg, Beethoven incontrò l'allora celebre pianista, Abbé Sterkel, il cui elegante modo di suonare imitò alla perfezione dopo averlo visto solo per brevissimi momenti, ma portò con sé anche un incidente che ci permette, per la prima volta, di guardare la questione di Beethoven e le donne. Quando i musicisti di corte si fermarono a cenare in un ristorante, vollero prendere un po' in giro la linfa vitale dal loro collega Beethoven, serio e timido. Convinsero la bella e giovane cameriera che serviva a usare il suo fascino su di lui. Ludwig, tuttavia, le diede le spalle e si mostrò molto freddo. Sollecitata la cameriera provò nuovamente un approccio ma Beethoven gli scagliò contro un cofanetto sulle orecchie.

In relazione a quest'ultimo incidente, è opportuno e interessante leggere tra i ricordi di Wegeler circa infatuazioni giovanili di Beethoven con due signorine di nobili natali: Jeanette d'Honrath di Colonia che soggiornò presso la casa di von Breuning, che il compositore osservava con timida ammirazione, la quale apertamente lo prendeva in giro per questo cantando una canzone sentimentale circa un addio in voga nel periodo; la seconda, dal nome lungo e pomposo, Maria Anna Wilhelmine von Westerholt e-Gysenberg, che ammirava e forse amava con una amore romantico e fragile simile al personaggio di Goethe, Werther per Charlotte. Wegeler, però, insistette sul fatto che queste nozioni romantiche erano di natura completamente adolescenziale, mentre Beethoven non aveva lo stesso rapporto con tutte le donne, portando a esempio la bella amicizia che ebbe con la sua futura moglie Eleonore von Breuning (di cui tuttavia era innamorato).

Eleonore von BreuningQui apriamo un'altra parentesi. È quasi certo che il giovane Beethoven si innamorò di Eleonore da adolescente a Bonn, ed è molto probabile che il giovane musicista tentò con lei un approccio sentimentale (senza successo). Andando via da Bonn per Vienna nel novembre 1792 Eleonore fu tra le persone che firmarono il libro autografo di Beethoven, citando una poesia sull'amicizia. Ma i due ebbero un grave litigio, a giudicare dalla lettera che Beethoven scrisse da Vienna un anno dopo. "Spesso nel pensiero ho conversato con voi e la vostra cara famiglia, anche se non con la pace della mente che avrei potuto desiderare. Fu allora che la lite disgraziata aleggiava davanti a me e la mia condotta si presentava come più spregevole, ma era troppo tardi, oh che cosa non darei per cancellare dalla mia vita quelle azioni così degradanti per me stesso e quindi in contrasto con il mio carattere ... "
Lei non rimase chiaramente troppo offesa da quello che era probabilmente un tentativo fisico (un tentativo di baciarla) per convincerla del suo amore per lei, dal momento che nella stessa lettera Beethoven la ringraziava per il gilet che lei gli aveva donato. pur sottolineando scherzosamente che dal momento che era passato di moda lo poteva tenere solo nel suo guardaroba. In una seconda lettera scritta sei o sette mesi dopo la ringraziava per la bella cravatta che le aveva inviato e che lei stessa aveva fatto per lui.

In cambio del suo affetto Beethoven dedicò a Eleonore le Variazioni per pianoforte e violino su 'Se vuol ballare' da 'Le nozze di Figaro Mozart, e il Rondò per pianoforte e violino. Dedicò a lei anche il Piano Sonata in Do. Eleonore sposò Franz Wegeler nel 1802, e dopo aver messo su famiglia si trasferirono a Coblenza. Eleonore aggiunse un post scriptum in una lettera spedita da suo marito a Beethoven nel 1825, implorandolo di tornare a vedere il Reno. Ma Beethoven non ritornò mai da quelle parti. Per quanto si possa stabilire, non rivide mai più il suo amore d'infanzia dopo aver lasciato Bonn nel novembre 1792.

 

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L'ultimo periodo a Bonn

Al suo ritorno da Londra, Franz Joseph Haydn, il compositore più importante d'Europa dopo il 5 dicembre 1791, giorno in cui morì Mozart, si fermò a Bonn per visitare il principe elettore nell'estate del 1792. Si ritiene generalmente che Beethoven possa avere mostrato le sue cantate a Haydn in questa occasione e che dopo questo incontro, Beethoven si convinse ad andare (ritornare) a Vienna per studiare con Haydn. Questo divenne realtà nell'autunno del 1792. Dalle testimonianze nel quaderno di addio (consueto in questi casi) che Beethoven ricevette dai suoi amici, fu chiaro che il compositore dovette aver lasciato Bonn tra il 1 e il 3 Novembre 1792. Riportiamo qui un brano dalle caratteristiche profetiche che scrisse il conte Waldstein nel quaderno di addio: "Sta andando (Beethoven) a Vienna nel compimento dei vostri desideri a lungo frustrati. Il genio di Mozart è ancora in lutto per la morte del suo allievo. Con l'inesauribile Haydn, ha trovato un rifugio, ma nessuna occupazione. Attraverso il duro lavoro voi (potreste) ricevere lo spirito di Mozart dalle mani di Haydn ".

Beethoven probabilmente non si portò dietro una quantità eccessiva di bagagli quando partì per il suo viaggio a Vienna. Ricerche approfondite, nel corso del tempo hanno fornito invece informazioni esaustive sui "bagagli" emotivi che il compositore lasciava a Bonn:

  • Beethoven era il figlio di un padre alcolizzato che lo utilizzò fin da giovane per avere un'altra fonte di reddito per la famiglia;

  • sua madre non riuscì a combattere contrò questa situazione ma la sopportò. I suoi vicini di casa raccontarono di non averla mai vista sorridere. Lei costruì una immagine glorificata del nonno nella sua mente del figlio;

  • Beethoven coltivò la memoria di sua madre, ma ad un certo punto la respinse per non avere difeso i diritti dei suoi figli. Il suo rifiuto di lei trovò la sua espressione in diversi modi, come quello di insistere sul fatto che era due anni più giovane di quello che effettivamente era e, sulla base di questa "data di nascita diversa", che ci fosse la possibilità, secondo lui, che suo padre non fosse il suo vero padre;

  • sulla base di questa possibilità, in seguito non cercò mai di fare qualcosa per contraddire le voci che lo davano come figlio illegittimo di uno dei re di Prussia. Solo in una sua lettera finale del 1826 al suo amico di una vita Wegeler finalmente spese parole sull'integrità morale di sua madre;

  • il compositore, dopo essersi trasferito a Vienna, fece credere al pubblico e alla nobiltà che il "van" nel suo nome fiammingo poteva essere l'equivalente del von tedesco, e che era, quindi, anche di nobile nascita. Questo fu, in effetti, anche un rifiuto della sua vera famiglia.

Questi punti vengono ricordati in modo da cercare di capire perché Beethoven, dopo essersi stabilito a Vienna dopo il suo arrivo, non ritornò mai più a Bonn, nemmeno quando suo padre morì di idropisia al cuore nel mese di dicembre del 1792. Forse c'era la possibilità che Johann van Beethoven fosse già gravemente ammalato quando suo figlio lasciò la città. È anche possibile che Beethoven trovò la forza interiore per liberarsi del suo passato solo voltando definitivamente pagina, pensando alla sua vita precedente come già morto (compreso il padre).

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Gli anni di studio a Vienna tra il 1792 e il 1795

Chiuso con il suo passato,  una volta a Vienna, Beethoven perseguì lo sviluppo delle sue capacità creative con tutta la forza della sua personalità nei diversi modi in cui la sua creatività e il desiderio di perfezionarsi si espresse. Ben presto, si trasferì dalla mansarda che aveva affittato per prima, a una stanza al piano nobile di un edificio nel Alserstraße (il suo nuovo mecenate, il principe Lichnowsky, aveva lì il suo appartamento città)  e dedicò la maggior parte del suo tempo allo studio di contrappunto con Haydn, e a conoscere ben presto nuovi mecenati, come appunto il principe Lichnowsky e il barone van Swieten, figlio del medico personale dell'imperatrice Maria Teresa e patrono dei vecchi maestri Bach e Handel e un amico fidato di Mozart. Beethoven poté presto dimostrare le sue capacità come pianista alla nobiltà viennese.

Per quanto riguarda le lezioni di contrappunto con Joseph Haydn, tra i due oltre a una ammirazione reciproca, non corse mai buon sangue, sia per una certa invidia di Haydn nei confronti del promettentissimo giovane, sia per l'insofferenza di Beethoven nei riguardi dell'illustre Maestro. Ciò nonostante Haydn espresse in questo modo la sua ammirazione per Beethoven: Avete molto talento, un’inesauribile ispirazione e pensieri che nessuno ha mai avuto. Voi mi sembrate un uomo con molte teste, molti cuori, molte anime".

Beethoven, apprese comunque molto dal "padre" della sinfonia, del quartetto d'archi e della forma sonata. La bellissima Sonata in Mi minore, Hob 16/34 di Haydn per pianoforte del 1781, ricorda il primo movimento della prima Sonata per pianoforte, in Fa minore, di Beethoven, del 1794, non a caso dedicata proprio ad Haydn.

Haydn scrisse una missiva in quel periodo a l'elettore Maximilian Franz, che aveva finanziato il viaggio e il soggiorno di Beethoven a Vienna.

"Mi prendo la libertà di inviare alla vostra Reverenza. . . alcuni pezzi di musica - un quintetto, un ottetto, un concerto per oboe, un insieme di variazioni per pianoforte e una fuga, composta dal mio caro allievo Beethoven che mi è  stato così gentilmente affidato. Essi, mi illudo, saranno gentilmente accettati dalla vostra Reverenza come prova della sua diligenza oltre l'ambito dei propri studi. Sulla base di questi pezzi, esperti e dilettanti allo stesso modo non si può non ammettere che Beethoven col tempo diventerà uno dei più grandi artisti musicali in Europa, e sarò orgoglioso di chiamare me stesso suo Maestro."

La risposta del principe elettore, datata 23 dicembre, deve essere stata uno shock per Haydn:

"Ho ricevuto la musica del giovane Beethoven che mi avete mandato con la vostra lettera. Poiché, tuttavia, la musica, con l'eccezione della fuga, fu composta ed eseguita qui a Bonn, prima della partenza per il suo secondo viaggio a Vienna, non riesco a considerarli come progressi compiuti a Vienna. . .  Dubito molto che egli ha fatto alcun progresso importante nella composizione e nello sviluppo del suo gusto musicale durante il suo soggiorno presente, e temo che, come nel caso del suo primo viaggio a Vienna, egli non porterà indietro nulla, ma i debiti."

Se presi per oro colato questi commenti sono schiaccianti, suggerendo che Beethoven ingannò Haydn e cercò di ingannare il principe elettore. Il materiale manoscritto per i lavori in questione, tuttavia, dipingono un quadro molto diverso. Sopravvivono offre ampi schizzi su carta di Bonn sulle variazioni sul Figaro di Mozart; ma ci sono altre prove sostanziali sugli spartiti scritti a Vienna, che indicano che quei lavori non ha raggiunsero la loro versione definitiva a Bonn. Le altre tre opere sembrano invece inequivocabilmente viennesi; ampi "bozzetti" per il secondo movimento del Concerto e il terzo dell'Ottetto, e gli autografi dell'Ottetto e del Quintetto, sono stati tutti scritti su spartito a Vienna; le restanti fonti manoscritte sono purtroppo andate perse. Quindi sembra presumibile che l'elettore, o probabilmente i suoi consiglieri, devono aver confuso queste quattro opere con le altre scritte da Beethoven prima di lasciare Bonn.

Insomma. Passata questa piccola burrasca, le buone introduzioni che ebbe a Vienna e soprattutto l'imponenza ineguagliabile del suo modo di suonare e di improvvisare, gli assicurarono un'ottima accoglienza con l'aristocrazia intelligente e musicalmente istruita della città, che da qui in avanti lo trattò sempre con affetto sincero e rispetto, nonostante tutte le asperità delle sue maniere e del suo temperamento e non vide mai i suoi difetti come quelli di un personaggio eccentrico, di un genio alla moda, ma come i segni di una sofferenze di una natura passionale e nobile.

Beethoven non si unì a Haydn durante il suo secondo viaggio in Inghilterra nell'inverno del 1794, forse proprio a causa del raffreddamento del loro rapporto dovuta alla querelle con Maximilian Franz. Dopo la partenza di Haydn, il compositore Albrechtsberger assunse il ruolo di insegnante per completare lezioni di Beethoven in contrappunto. Lezioni che durarono circa un anno.

Tornando al ruolo di Beethoven come di eccezionale virtuoso del pianoforte, possiamo riferire che si prese la scena musicale viennese come una tempesta e che, anche un virtuoso e compositore di variazioni come Abbé Gelinek, apertamente ammise che il talento di Beethoven per improvvisare su un determinato tema era insuperabile in quel momento e poteva persino essere più passionale nella sua espressione di quello di Mozart. Dopo aver conquistato i salotti di Vienna ed essersi dedicato seriamente ai suoi studi, Beethoven ricevette la visita del suo amico Wegeler e di suo fratello Caspar Karl nel 1794 e, per un breve periodo, anche di altri suoi amici  di Bonn, che si erano rifugiati lì a causa del fatto che la sua città natale era stata occupata dall'esercito rivoluzionario francese. Anche l'elettore Maximilian Franz alla fine tornò a Vienna.

Beethoven avrebbe presto fatto il suo debutto in una serie di concerti a fine marzo 1795. I suoi studi ufficiali e formali di musica si conclusero in quel momento.


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Il successo come giovane compositore tra il 1795 al 1801

Beethoven irruppe sulla scena pubblica come compositore alla fine di marzo del 1795, con una serie di spettacoli e concerti da marzo a dicembre e con la pubblicazione del suo Trio op. 1/1 -3 da parte dell'editore Artaria. Suono anche per le vedove del Tonkünstlergesellschaft (Società degli Artisti) il 29 e 30 marzo, probabilmente il suo Concerto No.1 per pianoforte op. 19 ed eseguendo improvvisazioni al pianoforte.

Nello stesso anno, oltre a completare varie composizioni più piccole, suonò ad un concerto organizzato dalla vedova di Mozart, Kostance. Probabilmente in questo caso suono il Concerto per pianoforte in re minore di Mozart. Suonò anche al ballo della Gesellschaft der Bildenden Künstler (Società degli Artisti figurativi) il 22 novembre. Per quest'ultimo evento, nel 1792, Haydn aveva scritto una serie di 12 minuetti e 12 danze tedesche. Nel 1795, le danze per la camera più grande furono scritte dal Maestro di cappella imperiale Süssmayr, mentre per la sala più piccola da Beethoven.

Mentre Beethoven si riunì anche con suo fratello Johannes a Vienna verso la fine del 1795 (trovò posto come farmacista), fece piani per un viaggio a Praga e Berlino nel 1796. Il suo più importante mecenate, il principe Lichnowsky, nell'abitazione del quale aveva vissuto fin dal suo arrivo a Vienna, viaggiò con lui a Praga (come il principe aveva fatto prima con Mozart nel 1789, solo sei anni prima). Dalla lettera di Beethoven a Johannes van Beethoven del 17 febbraio 1796, si apprende che il suo soggiorno a Praga fu un grande successo e trovò nuovi amici in quella città. Mentre il principe Lichnowsky ad un certo punto tornò a Vienna, Beethoven continuò per Dresda verso la fine di aprile, restandoci una settimana, suonò per il sovrano locale e ricevette una tabacchiera d'oro come dono, dopodiché il suo viaggio proseguì verso Berlino. Nella futura capitale tedesca suonò dinanzi alla corte del re Federico Guglielmo II le due grandi Sonate per violoncello op. 5, che aveva scritto per Jean-Pierre Duport, il primo violoncellista del re. Beethoven potrebbe aver ricevuto un invito da parte di Guglielmo II a rimanere in modo permanente a Berlino che il compositore non accetto sulla base del fatto che considerava i nobili prussiani dei "bambini viziati" che singhiozzavano e piangevano durante le sue improvvisazioni in movimento. Considerò tuttavia il livello di maestria al pianoforte del principe Louis Ferdinand come "professionale".

Più tardi nel corso dell'anno, Beethoven suonò con successo a Bratislava (che allora si chiamava Presburgo)  e a Budapest dove cercò anche di promuovere i pianoforti dal suo amico Johann Andreas Streicher da Stoccarda,  che aveva da poco trasferito la sua attività a Vienna. Questi si era unito in precedenza al suo amico Friedrich Schiller nel 1782, quando il poeta fuggì a Mannheim, e in seguito sposò Nanette la figlia di Stein un altro conosciuto produttore di pianoforti di Augusta.

Gli anni tra il 1797 e il 1801 compreso furono gli anni in cui Beethoven consolidò il suo successo come giovane compositore e come esecutore esperto a Vienna, che vide la creazione delle sue popolari prime opere nella tradizione classica stabilita da Haydn e Mozart, ma anche sempre più intrisi del suo spirito. Durante questo periodo, Beethoven intraprese altri due viaggi, il primo dei quali lo portò nuovamente a Praga nell'autunno del 1798 e un viaggio in Ungheria, nella primavera del 1800, in cui si esibì a Budapest con Wenzel Stich (che prese il nome di Giovanni Punto in Italia e che venne universalmente conosciuto con questo) e  dove visitò proprietà di Bunsvik nelle vicinanze. Per Giovanni Punto, ampiamente considerato uno dei più importanti suonatori di corno della storia Beethoven, compose una sonata a due diventata celebre Sonata per pianoforte e corno Op. 17 che suonarono pubblicamente insieme per la prima volta il 18 aprile 1800 al Burgtheater. Ironicamente questa composizione fu eseguita altre due volte a Budapest, dove venne criticamente commentata: "Chi è questo Beethoven? Il suo nome non ci è noto. Di sicuro Punto è molto più conosciuto. "

In questo periodo Beethoven vide accrescere notevolmente la fiducia in se stesso e di pari passo il modo altezzoso in cui trattava coloro che non condividevano la sua autostima, così come il suo nascondersi dietro questa superbia e la sua sensibilità artistica estrema. I suoi ammiratori gli erano in ogni caso molto devoti.

La sua crescente popolarità come insegnante di signorine bene della classe nobiliare viennese associò il suo nome quello di alcune giovani donne e il suo amico Wegeler, che lasciò Vienna nel 1796 per tornare a Bonn, esaminando in seguito la questione degli interessi romantici del giovane compositore sostenne che, a suo parere, egli "non fu mai privo d'amore." Su questo punto, il biografo e musicologo Maynard Solomon commentò che il 1795 fu l'anno del rifiuto della proposta di matrimonio che Beethoven ricevette dalla cantante Magdalena Willmann. Questo fatto ed altri aneddoti della sua vita hanno continuamente confermato la sua eccessiva idealizzazione delle donne. Dopo le prime infatuazioni giovanili,per Eleonore von Breuning, la Willmann fu la sua prima fiamma viennese di cui si abbia notizia. Quest'ultima era originaria della regione di Würzburg. Beethoven l'aveva conosciuta, lui poco più che ventenne, lei poco più che quindicenne nel 1790 nel teatro di corte a Bonn dove lei aveva esordito come cantante.  La Willmann aveva partecipato con i musicisti di corte alla già citata crociera, organizzata nel settembre 1791, dall'Elettore di Colonia Maximilian Franz, sul Reno, da Bonn a Mergentheim, alla quale aveva partecipato anche Ludwig. Anni dopo si incontrarono a Vienna. Fu una nipote della Willmann a raccontare al biografo Alexander Wheelock Thayer, nel 1860, che suo padre Max, fratello di Magdalena, gliene aveva parlato spesso. Alla domanda perché Maddalena avesse rifiutato di sposarlo Thayer riferisce che dopo una breve esitazione la ragazza scoppiò a ridere e rispose "perché era così brutto e mezzo matto".

Beethoven fece anche amicizia tra alcuni nobili musicalmente attivi come il barone Zmeskall e musicisti con cui lavorava come Johann Nepomuk Hummel o Ignaz Schuppanzigh. Gli amici personali più stretti di quel periodo, tuttavia, erano Lenz von Breuning che soggiornò a Vienna nel 1797 (morì nel 1798) e Karl Amenda, un teologo e suonatore di violino che soggiornò a Vienna nel periodo 1797-1799. A questi amici e conoscenti possono essere aggiunti la famiglia von Brunsvik d'Ungheria che visitò Vienna nell'estate del 1799. Beethoven diede lezioni di pianoforte a Josephine e Therese von Brunsvik. Josephine, della quale Ludwig si innamorò fu subito fu data in sposa al conte von Deym, di 49 anni e proprietario a Vienna di un negozio di curiosità.

Nell'estate del 1801, però, la transizione di Beethoven da giovane compositore e pianista di successo appassionatamente venerato dai suoi protettori, ad un uomo (un musicista) ossessionato dalla possibilità sconvolgente della perdita dell'udito si manifestò in modo evidente.

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La perdità dell'udito

Il 1° giugno 1801, in una lettera a Karl Friedrich Amenda, Beethoven si riferisce alla sua sordità: "Il tuo Beethoven vive molto infelicemente nella battaglia con la natura e il suo creatore... La mia parte più nobile, il mio udito, è peggiorata molto"; continuo a ricordare che già nel 1798-1799, potevo sentire le prime tracce di questo, tacendo su di esso, mentre è diventato sempre peggio nel frattempo." Nella stessa lettera chiede ad Amenda di mantenere la notizia della sua sordità segreta. Il compositore comincia a condurre una ritirata e viene soggiogato dalla paura che non riuscirà mai più a sentire. Temette che la causa della sua malattia potesse derivare da dolori addominali di cui aveva sofferto a più riprese.  Provò vari rimedi ma senza successo. In una lettera al suo amico Franz Wegeler gli spiega che è terrorizzato da quello che la perdita dell'udito gli causerà come musicista, e teme anche la reazione dei suoi nemici. Gli descrive come la perdita dell'udito lo colpisca in particolare, quando deve passare molto vicino al palco per capire attori teatrali e come non riesca a sentire le note alte di strumenti e voci che cantano più lontano. Spiega che non riesce a sentire qualcuno che parla a bassa voce e se urla per farsi capire non riesce a sopportarlo. Parla della rassegnazione, della sua conoscenza di Plutarco. Si sente la più infelice delle creature di Dio. Chiede al suo amico, di nuovo, di non parlare a nessuno del suo problema, nemmeno a "Lorchen" (Eleonore von Breuning).

Anni dopo, nel 1815, Beethoven era un campione, quella che oggi definiremo una “star?. Ma solo 14 anni prima aveva pensato al suicidio, a causa dei suoi problemi di udito. In una lettera che Beethoven scrisse, ma che poi decise di nascondere in un cassetto segreto (dove rimase nascosta fino alla morte), dichiarò che solo la sua grande fiducia nelle sue capacità creative gli impediva di togliersi la vita. I suoi giorni di grande virtuoso del piano davanti al pubblico erano finiti, ma questo non fece altro che concentrare la sua mente sulla composizione. Socialmente, tuttavia, si isolò:

 

“Le mie orecchie continuano a ronzare giorno e notte, e devo confessare che conduco una vita miserabile. Per quasi due anni ho smesso di partecipare a qualsiasi funzione sociale, solo perché trovo impossibile dire alla gente: "Sono sordo" - nella mia professione un terribile handicap?.

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Gli anni dell'apoteosi di un genio dal 1803 al 1815

A questo punto della vita di Beethoven entrano in scena dinamiche ancora poco esplorate tra le "leggi naturali" che possono o non possono entrare in vigore ogni qual volta un individuo creativo si trova ad affrontare la lotta per la sua sopravvivenza a fronte di una disabilità che minaccia la sua regione di vita. Il condizionamento psicologico del compositore per quanto riguarda la sua capacità o incapacità di trovare la felicità personale è evidenziata da molte biografie. Gli anni 1803 e 1804 videro Beethoven "lasciarsi andare" nella sua infatuazione per Giulietta Guicciardi, la cugina delle sorelle von Brunsvik, che purtroppo si trasferì in Italia nel gennaio 1804, subito dopo essersi sposata con il conte von Gallenberg, un mediocre compositore  di musica da balletto. Beethoven imputa le sue disavventure sentimentali alla sua classe sociale, dove pensa di non poter competere.

Altra cosa era il suo successivo desiderio amoroso per la cugina di Giulietta, Josephine von Brunsvik-Deym. Ricordiamo che questa giovane donna era sposata con il quarantanovenne conte von Deym dall'estate del 1799, il quale morì nel 1803 lasciando Josephine con molti figli e incinta del loro ultimo figlio. Dopo il parto, lei attraversò un esaurimento nervoso. Beethoven suonò per lei la sua musica durante le sue visite quasi quotidiane e le diede una grande quantità di supporto durante la sua convalescenza. Lei si sentì sempre in debito per questo ma non corrispose mai i suoi sentimenti "sensuali". Non sappiamo con certezza, tuttavia, se Josephine provasse dei sentimenti per lui oppure no. Cercò di far comprendere al compositore il suo stato d'animo di vedova e madre di diversi bambini, adducendo al fatto che si sentiva legata da un voto di castità. Il biografo Cooper cita come principale ostacolo ad una possibile unione di Josephine von Brunsvik-Deym con Beethoven, le leggi e i costumi del tempo, che rendevano estremamente difficile per una nobildonna sposare un plebeo, soprattutto se avesse avuto figli, con la conseguenza di perdere il proprio titolo nobiliare, dando al contempo un futuro incerto e più difficile per i suoi figli.

L'esplosione creativa del nuovo cosiddetto stile compositivo "eroico" di Beethoven si evidenziò nella Terza Sinfonia, l'Eroica appunto. Fu innegabile che in un breve lasso di tempo ci fu un drastico cambiamento nel suo stile, sia in termini di nuovi generi e nuovi approcci sia per la rivisitazione di quelli vecchi. A detta di quasi tutti i biografi di Beethoven questo cambiamento segnò a grandi linee l'inizio del secondo grande periodo della sua storia compositiva. Non abbiamo bisogno di avventurarci nell'esplorare in dettaglio la presenza o l'assenza delle sue intenzioni iniziali di dedicare questa sinfonia a Napoleone Bonaparte e il suo abbandono di questa idea nel 1804 dopo l'auto-incoronazione di Napoleone come imperatore a Roma.

Questi anni videro anche la creazione dolorosa della sua unica opera, Fidelio, sulla base di un testo francese di Jean-Nicolas Bouilly. La storia prendeva spunto da un fatto realmente accaduto durante la Rivoluzione Francese di una moglie che per  salvare il proprio marito dalla prigione si infiltrò travestendosi da uomo. Il trentennale apprezzamento di Beethoven al testo dell'Ode alla Gioia di Schiller trovò il suo riflesso nelle linee del coro finale dell'opera, "Wer ein holdes Weib errungen". Il lavoro non fu messo in scena con grande successo in un teatro mezzo vuoto davanti ad un pubblico di amici Beethoven e militari francesi. In una serata estenuante presso la residenza del principe Lichnowsky, fu avviata la revisione del lavoro.

Nella primavera 1806 la "ri-messa" in scena del Fidelio venne accolta più favorevolmente, ma non riuscì ancora catturare il pubblico come sarebbe avvenuto più tardi dopo un'altra revisione.

Beethoven in questo periodo visitò il principe Lichnowsky nella sua tenuta a Troppau (oggi Opava) in Slesia nel corso della fine dell'estate e l'inizio dell'autunno del 1806. Lichnowsky avrebbe chiesto a Beethoven di suonare per i funzionari militari francesi che erano presenti. Il compositore si rifiutò facendo immediatamente ritorno a Vienna. Questo viaggio che durò tre giorni, venne funestato da una terribile ondata di mal tempo, l'acqua penetrava nella carrozza che lo riportava indietro, tanto da danneggiare lo spartito manoscritto della "Appassionata". Giunto a Vienna Beethoven avrebbe fracassato un busto del principe Lichnowsky.

Questo incidente, per caratteristico che possa sembrare agli appassionati di Beethoven, dei suoi violenti scoppi d'ira, reca un significato più fattuale per via delle conseguenze finanziarie che generò: la fine del rapporto con il suo più importante mecenate portò con se il taglio della sua indennità di 600 fiorini l'anno con la conseguente insicurezza economica che Beethoven subì nel triennio 1806-1809- Insicurezza patita nonostante i tantissimi lavori straordinari che mise in scena per il pubblico viennese in occasione di diversi concerti accademici.

Gli anni 1807 e 1808 videro il completamento della quinta e sesta Sinfonia di Beethoven. Per fortuna il Maestro trovò un'altra famiglia di mecenati nei conti di Erdödys. Sempre in questo periodo, il giovane membro della famiglia imperiale, l'arciduca Rodolfo d'Austria, divenne allievo del compositore. Il 27 marzo 1808, Beethoven era presente al concerto finale dei Liebhaber in onore di Joseph Haydn, che avrebbe compiuto 76 anni il 31 marzo. Pare che in quella occasione Beethoven si inginocchiò davanti a Haydn e in un momento di trasporto baciò le mani e la fronte del suo vecchio Maestro.

Tra la fine del 1808 e l'inizio del 1809, a dispetto del fatto che il 22 dicembre 1808 nel Theater an der Wien, debuttarono la sua Quinta e Sesta Sinfonia, op. 67 e op. 68 e la Fantasia Corale op. 80, Beethoven prese in seria considerazione la proposta del fratello di Napoleone, Girolamo Bonaparte, allora re del regno di Westfalia di nominarlo primo Kapellmeister a Kassel con uno stipendio annuo di 600 ducati. Sentendosi minacciata dal possibile "scippo" del proprio musicista la nobiltà viennese si mobilitò in una colletta, che includeva la contessa Erdödy, il barone Ignaz von Gleichenstein, l'arciduca Rodolfo, il principe Kinsky e il redivivo principe Lobkowitz, che concordò per Beethoven una indennità annua perpetua di 4000 fiorini l'anno.

Poco dopo, a causa della conseguente occupazione francese di Vienna, la maggior parte della nobiltà lasciò la città. Tra la tarda primavera e l'estate di quell'anno (Haydn scomparve a maggio)Beethoven visse i cannoneggiamenti francesi rifugiandosi nel seminterrato della casa del fratello Caspar Karl coprendosi le orecchie sensibili con cuscini.

Negli anni 1809 e 1810, Beethoven si unì ad una nuova cerchia di amici in compagnia del barone von Gleichenstein, i Malfatti. Il Maestro si infatuò nuovamente, questa volta di Therese von Malfatti, che allora aveva diciotto anni. 

Gli anni tra il 1810 e il 1812 furono caratterizzati dall'amicizia di Beethoven con la famiglia Brentano e il suo rapporto con l'Amata immortale, la protagonista della sua famosa lettera del luglio 1812, dove il compositore si dice non in grado di accettare l'offerta della sua misteriosa amata di vivere con lui. In realtà si trattò di tre lettere redatte il 6 e il 7 luglio 1812 mentre Beethoven seguiva una cura alle Terme di Teplitz (oggi Teplice) in Boemia. L'identità della donna è rimasta ancora oggi sconosciuta da allora: si tratta di uno degli enigmi principali dei biografi di Beethoven. Sembra certo che queste lettere non furono mai inviate: furono trovate in una credenza nei giorni che seguirono la morte del compositore, insieme ad altro importante documento, il Testamento di Heiligenstadt (redatto nel 1802 durante i momenti disperazione davanti alla sua crescente sordità). Furono da sempre due le donne indiziate di essere l'Amata Immortale: Joséphine von Brunsvik e soprattutto Antonia Brentano. Il piccolo dipinto di donna che fu ritrovato accanto al manoscritto non corrispondeva alle fattezze di nessuna delle due. Nel film omonimo di Bernard Rose con Gary Oldman nella parte di Beethoven del 1994 si lascia intendere chiaramente come quest'amata, in fondo, non sia stata altro che la musica stessa.

Durante i soggiorni a Teplitz Beethoven incontrò una cerchia interessante di artisti, incluso un incontro con Goethe. Fuggì dalla compagnia dei Brentano (con i quali andò in vacanza a Karlsbad da fine luglio a inizio settembre) a Teplitz in uno stato di rinnovata malattia, ma con la compagnia confortante della cantante di Berlino Amalie Sebald. Nello stesso periodo cercò di interferire con i piani di matrimonio del fratello farmacista Johann nell'ottobre 1812 a Linz. Durante la permanenza di Beethoven in quella città dove suo fratello mandava avanti una farmacia (ancora esistente nella Hauptplatz, la Beethoven-Aphoteke), il compositore completò la sua Ottava Sinfonia e gli venne commissionato dal cappellano della Cattedrale di nome Glöggl il suo Drei Equale per 4 tromboni (gli Equale o Aequale erano composti di solito per i funerali e quello di Beethoven fu davvero bellissimo). Non correva buon sangue tra i due fratelli Beethoven. Nel 1812 Johann annunciò la sua intenzione di sposare la sua governante a Linz, Therese Obermeyer. Ludwig quando lo venne a sapere affrontò il fratello per convincerlo della inadeguatezza di quella scelta. Il compositore cercò addirittura di fare espellere Therese dalla città attraverso l'intercessione del vescovo. I due fratelli  si presero addirittura a pugni per la questione, dopo di che Ludwig lasciato Linz per Vienna. L'8 novembre Johann sposò Teresa. Anni dopo Johann si trasferì nella Bassa Austria e divenne proprietario di un castello/tenuta nel villaggio di Gneixendorf  (dal libro A.Thayer "Life of Beethoven" Princeton University Press, 1964). In una lettera indirizzata a Ludwig, Johann terminava la sua missiva con "Da tuo fratello Johann, proprietario dei terreni" al quale il compositore rispose firmandosi nella sua risposta: "Da tuo fratello Ludwig, proprietario di un cervello". Il Drei Equale per 4 tromboni che potete ascoltare nel video venne suonata al funerale del grande compositore stesso nel 1827. Il pianoforte su cui lavorò, e che suonò in numerose cene per la famiglia del cappellano della Cattedrale di Linz (dalle testimonianze di quest'ultimo), fa parte della ricca collezione di strumenti musicali dello Schlossmuseum della città.

Beethoven ritornò a Vienna nel tardo autunno con un profondo senso di abbandono.

L'anno 1813 vide il proseguimento del processo di lutto di Beethoven per la perdita della sua "Amata Immortale". Nella primavera del 1813, il fratello di Beethoven Caspar Karl ebbe un primo serio malore, dopo il quale firmò una dichiarazione secondo la quale affidava al suo fratello maggiore il compito di  tutela di suo figlio Karl in caso di morte. La situazione patrimoniale di Beethoven peggiorò nel 1812 per la morte accidentale del principe Kinsky, uno dei suoi principali benefattori, nonché a causa della svalutazione della moneta viennese, oltre che per il mancato pagamento della sua rendita da parte dei due sottoscrittori principali i principi  Kinsky e Lobkowitz.

Il suo amico e produttore di pianoforti Streicher trovò Beethoven in uno stato molto deplorevole nell'estate del 1813, e lo esortò a ridirigere le sue energie verso il miglioramento della sua situazione. Beethoven si lasciò ispirare dalle idee del musicista e meccanico musicale di Ratisbona Johann Nepomuk Mälzel (che inventò il metronomo musicale e sviluppò il panharmonicum, uno strumento che poteva imitare tutti gli strumenti e gli effetti sonori come sparatorie e colpi di cannone, e costruì alcuni timpani molto efficaci per Beethoven) per scrivere la Battaglia di Wellington (Sinfonia del Trionfo, la Settima) sulla vittoria del 21 giugno 1813 di Wellington sulle truppe francesi a Vitoria, nei Paesi Baschi spagnolo. La versione per orchestra fu eseguita per la prima volta l'8 dicembre e poi di nuovo il 12 nella sala da concerti dell'Università e il ricavato dato in beneficenza per i veterani austriaci e bavaresi. I concerti furono un successo clamoroso e consolidarono la popolarità di Beethoven come compositore. Antonio Salieri in questa occasione supervisionò la sezione dei tamburi dell'orchestra.

La nuova popolarità di Beethoven portò, allo svolgimento di lavori a lungo dimenticati in concerti di beneficenza e non per tutto 1814, e anche i direttori dell'Opera Imperiale decisero di selezionare il Fidelio ad essere rappresentato. Beethoven e il poeta teatrale Treitschke rivisitarono completamente l'opera e fu prevista anche una nuova ouverture. Beethoven aveva cominciato a scrivere questo pezzo, che tuttavia non riuscì a concludere del tutto. La mattina della prima in cui avrebbe dovuto condurre la prova finale, dovette essere recuperato a sua casa, dove fu trovato addormentato nel suo letto, con gli spartiti per l'ouverture incompiuti sparsi in giro sul letto e sul pavimento, e un bottiglia di vino rosso con un biscotto sul comodino...L'opera fu eseguita sedici volte nel corso di quell'anno e contribuì al successo di Beethoven anch'essa ad aumentare la fama del compositore. Qualunque sia stato guadagno finanziario di Beethoven nel corso di quella stagione fu messo da parte. Gli investi comprando azioni di una banca.

Il Congresso di Vienna portò la nobiltà d'Europa a Vienna. Anche Beethoven venne "ispezionato"  nel palazzo del conte Razumovsky, ambasciatore russo presso gli Asburgo, cognato del principe Lobkowitz. Il conte Razumovsky chiese a Beethoven di includere un tema "russo" in ognuno dei tre quartetti per archi composti nel 1806. Beethoven incluse temi ucraini nei primi due.

Piccola parentesi. Il Palazzo Razumovsky che fu fatto costruire a proprie spese dal conte su progetto di Louis Montoyer (lo stesso dell'Albertina) era magnifico, in stile neoclassico, degno del rappresentante dello zar Alessandro I. Si trovava sulla Landstraße, abbastanza vicino alla città, ed era pieno di antichità e opere d'arte contemporanee. La mattina del 31 dicembre 1814, durante la preparazione del ballo di fine anno con lo zar in persona presente come ospite d'onore, scoppiò un incendio che partì da una estensione temporanea della sala da ballo, che rase al suolo gran parte del palazzo mandando in fumo le stanze piene di opere d'arte nell'ala posteriore. Probabilmente l'unica persona a Vienna, che fu invitata al ballo e non ci andò fu Ludwig van Beethoven.  Anche se l'anno dopo il conte Razumovsk fu elevato al rango di principe imperiale, dopo quell'incidente non fu mai più lo stesso. Visse in isolamento a Vienna fino alla sua morte avvenuta nel 1836.

Nei primi mesi del 1815, per il resto del Congresso di Vienna, Beethoven si mescolò con i dignitari presso le sedi dell'arciduca Rodolfo. L'anno vide anche il rinnovo della sua amicizia con gli Erdödys con la cui compagnia trascorse molto tempo. Il 15 Novembre 1815, il fratello di Beethoven Caspar Karl morì. Il defunto aveva nominato Beethoven (come già ricordato in precedenza), insieme alla sua vedova Johanna, come co-custodi del figlio Karl, che aveva nove anni.

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Processi e tribolazioni (1815 - 1820)

Gli studiosi hanno spesso discusso il significato delle composizioni di Beethoven in questo particolare momento della sua vita. La canzone An die ferne Geliebte Op.98 (A un'amata lontana), che iniziò nell'autunno del 1815 fu completata nel mese di aprile del 1816. Qualcuno si avventura nell'ipotesi che il tema di quest'ultima sia da riferirsi alla partenza della sua amica migliore, la contessa Erdödy, metafora di una partenza di un'influenza femminile positiva  nella vita di Beethoven che, l'incupirsi della sua motivazione artistica.

A Beethoven fu concessa la tutela del nipote Karl il 9 gennaio, 1816. Nel mese di febbraio, il compositore iscrisse il nipote nel collegio di Cajetan Giannatasio del Rio. Inoltre fece amicizia con i Giannatasio allo scopo di rimanere in stretto contatto con Karl. Una fonte interessante di informazioni è il diario della figlia maggiore di Giannatasio Fanny. Quest'ultima, il cui fidanzato era morto da poco, divenne infatuata di Beethoven. Il compositore tuttavia, cercò di scoraggiare la cosa chiamandola "madre superiora".  Nel suo diario tra il 1812 e il 1816 Fanny riporta l'incontro con il Maestro in persona e i suoi sentimenti di amicizia e persino d'amore per lui. Fanny descrivere chiaramente l'aspetto e gli stati d'animo di Beethoven, che danno dettagli interessanti del rapporto tra il compositore e suo nipote. Anche dopo che Karl ebbe lasciato il collegio, Beethoven continuò la sua amicizia con la famiglia Giannatasio. In occasione delle nozze di Anna (Nanni) del di Rio con Leopold Schmerling nel 1819, Beethoven scrisse la "Hochzeitslied" ("Canzone di matrimonio"), WoO 105.

L'ex allievo di Beethoven, Ferdinand Ries, ora viveva a Londra,  e da lì agì come agente per il suo ex insegnante. Varie corrispondenze andarono avanti e indietro tra loro così come tra Beethoven e Robert Birchall che operava come agente e commerciante musicale dal suo ufficio di Bond Street per vari compositori continentali, con il direttore d'orchestra George Smart e Charles Neate pianista e compositore conosciuto nel 1815, diventato ottimo amico. Tutte queste persone cercarono di indurre la London Philharmonic Orchestra ad acquistare le sue opere. Purtroppo, gli inglesi rimanevano delusi nel ricevere lavori solo occasionali, come le ouverture.

Questo periodo della vita di Beethoven subì un rallentamento creativo, che era già iniziato durante il suo processo di lutto sentimentale su l'Amata Immortale. Questo momentaneo prosciugamento di linfa creativa fu dovuto a una combinazione di eventi: il suo udito che si stava ulteriormente deteriorato dopo il soggiorno alle terme di Teplitz, l'impatto emotivo che certamente questo ebbe su di lui, le prove e le tribolazioni della sua lotta per la tutela del nipote e la responsabilità per le sue cure. A livello artistico, il drammatico cambiamento della situazione politica dell'Europa con la sconfitta di Napoleone potrebbe avere allo stesso tempo influito sulle sue motivazioni.

Beethoven trascorse l'estate del 1816 nella località termale di Baden bei Wien e, al ritorno in città, cercò di riorganizzare i suoi affari interni in modo che potesse allevare Karl a casa. Questo non fu mai possibile a causa dei suoi problemi con la sua servitù. Karl rimase al collegio.

Quell'anno Beethoven portò avanti la Sonata per piano  op.101, la cosiddetta Sonata Ertmann.  Si pensa generalmente che la fonte creativa di questo lavoro possa essere stato il triste evento della perdita del suo bambino da parte della baronessa Ertmann. Questa 'leggenda creativa' dà per scontato che la baronessa avesse cercato Beethoven nei suoi alloggi, dove il compositore improvvisò per lei una musica che la confortasse.

Beethoven trascorse l'estate del 1817 a Nußdorf nei dintorni di Vienna. Nella sua lettera 9 giugno, Ferdinand Ries inoltrò a Beethoven l'invito a Londra per l'inverno successivo da parte della Philharmonic Society. A Beethoven fu chiesto di scrivere due sinfonie per loro. I negoziati andarono avanti, ma alla fine non se ne fece niente. Invece di lavorare sulle sinfonie richieste, Beethoven iniziò a scrivere la sua op. 106, la Sonata Hammerklavier. Tra i suoi appunti di questo periodo si possono vedere i primi abbozzi per la Scherzo della Nona Sinfonia.

Uno dei motivi alla base del mancato viaggio di Beethoven in Inghilterra potrebbe essere stato il problema della sua crescente sordità. In questo periodo Beethoven riusciva a malapena a sentire la musica. La prova di questo può essere vista nella lettera che il Maestro spedì il 7 luglio 1817 a Nanette Streicher, la moglie del produttore di pianoforti, chiedendole per il pianoforte costruito dal marito i seguenti requisiti: "Adesso devo chiedere un grande favore al Signor Streicher. Chiedetegli a mio nome se può gentilmente sintonizzare uno dei vostri pianoforti per il mio udito indebolito. Dovrebbe essere sintonizzato per produrre un suono più forte possibile. "

Nei primi mesi del 1818, Thomas Broadwood (che possedeva la più antica fabbrica di pianoforti al mondo) dopo un suo incontro con Beethoven gli spedì un suo piano a Vienna (il piano poi appartenne a Franz Liszt e ora si trova al Museo Nazionale d'Ungeria a Budapest). Intanto il nipote Karl avrebbe lasciato scuola di Giannatasio alla fine di gennaio. Beethoven assunse un tutore per lui per preparare gli esami di ingresso al Ginnasio, cosa che non funzionò. Dal marzo 1818 il Maestro comunicava solo per iscritto con le persone. Il compositore trascorse l'estate a Mödling lasciando Vienna 17 maggio con Karl. Intanto la madre di Karl cercava di ottenere in tutti i modi l'affidamento del figlio. Agli inizi di dicembre, Karl scappò da Beethoven per andare da sua madre, come si evince dal diario di Fanny Giannatasio. Con l'aiuto dei Giannatasio, Karl fu restituito a Beethoven da parte della polizia. Johanna van Beethoven si appellò ancora alla Corte 11 dicembre per ottenere l'affidamento, ma senza successo.

Beethoven completò la sua op. 106 Sonata Hammerklavier nel 1818, continuando a lavorare sui suoi primi schizzi per la Nona Sinfonia.


Sempre in questo periodo Beethoven ebbe l'opportunità di scrivere una nuova Messa, in occasione della nomina dell'arciduca Rodolfo a cardinale e arcivescovo di Olmütz nel 1819. Nei primi mesi di quell'anno, il magistrato sospese la tutela di Beethoven di suo nipote Karl, che andò a stare con la madre per un paio di settimane. L'11 febbraio, il compositore presentò al magistrato per iscritto il suo piano per l'istruzione e l'educazione di Karl. Alla fine di marzo, tuttavia, si ritenne più prudente per Beethoven interrompere temporaneamente la sua tutela. Il 26 marzo, il magistrato nominò l'ufficiale pubblico von Tuscher alla supervisione di Karl in questo periodo.

Beethoven tornò a Mödling il 12 maggio. Karl fu inviato all'istituto di Joseph Blöchlinger, un seguace di metodi educativi di Johann Heinrich Pestalozzi. Il 5 luglio, von Tuscher cercò di rescindere la sua tutela di Karl. Il 17 settembre, il magistrato assegnò nuovamente la tutela di Karl alla madre Johanna van Beethoven. È più che probabile che uno dei fattori di questa scelta fosse la sordità di Beethoven.

Per quanto riguarda gli eventi musicali nella vita di Beethoven il 17 gennaio, il compositore apparve come direttore d'orchestra in un concerto di beneficenza delle vedove e degli orfani della Facoltà di Giurisprudenza di Vienna, e fu eletto membro onorario della Società Filarmonica di Lubiana, e membro onorario dell'Associazione Mercantile il 1 ° ottobre. Nel mese di ottobre, Beethoven tornò a Vienna. Durante l'anno, lavorò sulla Messa a parte qualche ulteriore schizzo occasionale alla Nona Sinfonia, e sui primi schizzi per le Variazioni Diabelli.

La fine dell'anno vide il ritorno a Vienna della sua cara amica, la contessa Erdödy. I sottoposti di quest'ultima vennero interrogati dalla polizia di Vienna riguardo alla morte del figlio August che abbiamo ricordato prima, e che avvenne nel 1816. I procedimenti giuridici per la tutela di Karl continuarono. Beethoven presentò una petizione alla Corte d'Appello il 7 gennaio. Chiese la nomina di un co-tutore a causa dello stato cattivo del suo udito. Suggerì come tutore il signor Peters, l'insegnante privato dei bambini del principe Lobkowitz. L'8 aprile la Corte d'Appello decise a favore di Beethoven e Peters fu nominato co-tutore. Il contro appello di Johanna all'imperatore fallì.


Questi procedimenti processuali, com'è evidente, potrebbero aver ritardato i progressi di Beethoven nella composizione della Messa, che difatti non fu pronta per la cerimonia ufficiale dell'Arciduca Rodolfo il 20 marzo dell'investitura a cardinale e arcivescovo di Olmütz. Tuttavia, Beethoven continuò a lavorare su questa composizione.

Beethoven trascorse l'estate, ancora una volta a Mödling. Oltre a impegnarsi per la Missa Solemnis, era a lavoro sulle le Sonate per pianoforte, op. 109 - 111. L'op. 109 appartiene chiaramente al 1820. Beethoven la dedicò ad Antonia Brentano, da molti ritenuta l'Amata Immortale. Il compositore era anche a lavoro per la pubblicazione delle sue opere complete. La chiusura nel 1820 del procedimento di tutela consentì di restituire agli sforzi artistici tutto l'impegno possibile.
 

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Il penultimo capitolo di una vita straordinaria dal 1821 al 1824

In contrasto con le sue ultime opere per pianoforte, le Sonate op. 109, 110 e 111, così come le Variazioni Diabelli, il completamento delle ultime grandi opere di Beethoven nel corso di questi anni, la Missa Solemnis e la Nona Sinfonia, fornì un'ultima occasione a Beethoven, anche se esitante, di incontrare il pubblico viennese. Durante la prima parte del 1821, Beethoven viveva ancora nel suo alloggio Landstrasse, lavorava duramente per quanto la sua salute potesse permetterlo. Ben presto, però, vale a dire secondo un rapporto del 10 gennaio nella rivista musicale Allgemeine Musikalische Zeitung, Beethoven soffrì di una febbre reumatica, che durerà fino a marzo.

All'inizio di quella estate si trasferì Unterdöbling (oggi sobborgo di Vienna), Il suo stato generale mostrava segni di ittero. Per la sua convalescenza andò nella vicina stazione termale di Baden bei Wien nel mese di settembre. Il 18 luglio, scrisse all'arciduca Rodolfo scusandosi per il non completamento della Messa a causa di motivi di salute. Per il resto dell'anno, continuò a scrivere le Sonate per pianoforte, op. 110 e op. 111, completate da 13 Gennaio 1822.

All'inizio 1822 Beethoven viveva al n°224, Hauptstraße Landstraße. La sua elezione come membro onorario del Musikverein di Stiria (Associazione Musical della Stiria) era datata 1 gennaio, mentre il 13 gennaio firmò lo spartito della Sonata 32 per pianoforte, op. 111. Il suo vecchio amico e collega di Bonn, Bernhard Romberg, era in quelle settimana a Vienna per dare concerti con i suoi figli. Nella sua lettera a Romberg del 12 febbraio, Beethoven si scusò con lui per non aver potuto assistere ai suoi concerti a causa del suo "solito mal d'orecchio".

 

La "Missa Solemnis" fu completata nella sua prima stesura per l'inizio del 1822, mentre la partitura autografa era pronta per la fine dell'anno. Beethoven in cerca di tranquillità finanziaria per pagare la scuola del nipote e con la preoccupazione per la propria salute cercò di vendere la messa attraverso vari intermediari in Europa Simrock a Bonn, Franz Brentano a Francoforte, Schlesinger a Berlino, Peters a Lipsia e Artaria a Vienna.

Beethoven trascorse l'estate a Oberdöbling, quando fu lì fece visita tre volte in una settimana all'arciduca Rodolfo. Nel corso di quell'anno ricevette la visita di Gioacchino Rossini e di Johann Friedrich Rochlitz scrittore e critico musicale tedesco di Lipsia. Rochlitz trasmise a richiesta degli editori musicali Breitkopf & Härtel a Beethoven a scrivere un'opera basata sul Faust di Goethe, opera che non vide mai la luce.

Mentre si trovava a Baden nel mese di settembre, Beethoven scrisse musica occasionale per l'apertura della stagione del Josephstadt-Theater di Vienna. In autunno, Beethoven si spostò a vivere da Landstraße nel sobborgo di Windmühle sempre a Vienna per vivere accanto alla proprietà di suo fratello Johann in città. Johann cominciò a svolgere un ruolo nella gestione di affari di suo fratello. Il farmacista di Linz aveva ormai acquisito la tenuta di Wasserhof a Gneixendorf nei pressi di Krems, dove trascorreva le sue estati.

Fidelio fu eseguito di nuovo il 3 novembre. Beethoven volle dirigere personalmente l'orchestra con l'aiuto di Michael Umlauf (con l'aiuto del quale poi diresse la celebre prima della Nova Sinfonia). Tuttavia, la sua sordità si rilevò troppo accentuata per un compito così arduo. Fidelio venne replicato il 4 novembre e il 26, il 2 dicembre e 17, nonché il 3 marzo e il 18, 1823.

Mentre la Messa riceveva gli ultimi ritocchi e, mentre venivano compiuti progressi sulla Nona Sinfonia verso la fine dell'anno, il principe russo Gallitzin, commissionò da uno a tre quartetti per archi a Beethoven il 22 novembre. Il compositore rispose il 25 gennaio 1823 e accettò l'offerta. La partitura della Missa solemnis fu consegnata all'arciduca Rodolfo il 19 marzo.

 


Entro la fine del 1822, Beethoven aveva finalmente deciso di non pubblicare ancora la Missa Solemnis, ma di vendere copie manoscritte in abbonamento per varie corti europee ad un prezzo di 50 ducati ciascuna. Dieci corti accettarono di acquistare lo spartito. Beethoven nutrì "silenziose" speranze  di essere nominato compositore di corte, dopo il novembre 1822 alla morte di quello precedente Anton Tayber. Tuttavia nessuno fu nominato al posto di quest'ultimo.

Il 6 luglio 1822, Beethoven scrisse al suo ex allievo Ferdinand Ries a Londra per capire se la Società Filarmonica avrebbe o meno acquistato la Nona. La Filarmonica di Londra, originariamente aveva commissionato la sinfonia nel 1817. Reis riuscì a prorogare la commissione. Beethoven accettò offerta e si scusò con Ries nella sua lettera del 5 febbraio 1823, per il ritardo nell'invio della partitura. Il lavoro di composizione principale fu eseguito tra l'autunno 1822 venendo completato nel febbraio del 1824.

In una lettera del 6 Marzo 1823 al suo avvocato, Johann Baptist Bach, Beethoven dichiarò il nipote Karl suo unico erede e nominò Bach stesso come suo curatore, cosa che lo autorizzava a trovare un tutore per Karl, con esclusione di sua madre Johanna van Beethoven. Un dodicenne Franz Liszt (12 anni ancora da compiere), fu presentato a Beethoven in in questo periodo. Secondo il biografo Thayer Beethoven assistette al concerto del giovane Liszt e dopo averlo fatto alzare dal pianoforte lo baciò complimentandosi con lui.

Beethoven trascorse l'estate a Hetzendorf sempre ne dintorni di Vienna. Durante il suo soggiorno stette nella villa del barone Müller-Pronay, mentre lavorava sul completamento della Nona Sinfonia, combattendo con problemi di salute ancora una volta, lamentandosi di problemi agli occhi.

Intanto il Fidelio fu prodotto da Karl Maria von Weber a Dresda. Beethoven ricevette un compenso di 40 ducati per questo. Weber visitò Beethoven a Baden nel mese di settembre e venne ricevuto molto cordialmente, nonostante la precedente animosità tra i due compositori.

A questo punto, la gestione degli affari finanziari di Beethoven era nelle mani di Anton Schindler e del fratello Johann, con il conte Moritz Lichnowsky in veste di consulente. Il 1823 si chiuse con gli ultimi ritocchi alla Nona Sinfonia che fu completata nel febbraio del 1824.

Oltre al completamento della Nona Sinfonia i suoi piani compositivi includevano:

  • Una "seconda messa";

  • Una nuova opera con un soggetto dal mondo antico. La collaborazione più probabile a questo progetto emerse con il drammaturgo viennese, Franz Grillparzer. I soggetti trattati furono la leggenda boema di Drahomira e Melusine. Grillparzerebbe poi ebbe l'onore di scrivere la famosa e penetrante orazione funebre di Beethoven nel 1827 ;

  • Un'altra "idea creativa"che fu realizzata nel 1823 furono le 33 variazioni su un valzer di Anton Diabelli di cui abbiamo accennato in precedenza. Vennero completate entro marzo o aprile 1823;

La prima della "Nona"

In poco tempo sarebbero state presentate le prime della Nona Sinfonia e della Missa Solemnis. Beethoven aveva un certo timore del pubblico viennese che a quel tempo adorava le opere di Rossini.

Durante le prove della "Nona" nell'appartamento di Beethoven, la cantante Caroline Unger implorò il compositore di alleggerire la pressione sulle voci femminili alte, ma senza alcun risultato. La sua laconica risposta al soprano solista Henriette Sontag, allora diciottenne: "Bene, allora dobbiamo andare a torturare noi stessi nel nome di Dio!" Ricordiamo che fu Caroline Unger la protagonista del famoso aneddoto alla prima della Nona Sinfonia, quando girò il compositore, che non sentiva perché completamente sordo, verso il pubblico per ricevere un fiume di applausi scroscianti. Prima di dirvi come andò esattamente quella serata vi diciamo subito che nel 2001 lo spartito e il testo di questa meravigliosa sinfonia, che si trova nella Biblioteca di Stato di Berlino, sono stati dichiarati dall'UNESCO Memoria del mondo,  attribuendoli alla Germania, luogo di nascita di Beethoven. Cosa che ha creato non poche polemiche in Austria.

Ma torniamo alla "prima" del 7 maggio 1824. Tra la contrarietà di Beethoven il palco imperiale era vuoto. La famiglia dell'imperatore non era a Vienna, e l'arciduca Rodolfo era ad Olmütz. Così si espresse Thayer nella sua monumentale biografia:
"La performance era ben lungi dall'essere perfetta. Ci fu una mancanza di potenza omogenea, una scarsità di sfumature, una cattiva distribuzione di luci e ombre. Tuttavia, per quanto strana la musica doveva essere sembrata al pubblico, l'impressione che suscitò fu profonda, e gli applausi che suscitò entusiastici con gli ascoltatori che a stento riuscirono a trattenersi...Beethoven, assorbito dalla musica che seguiva nella sua mente, era ignaro degli applausi...stava ancora fissando la sua partitura, quando Caroline Unger, la cui felicità si può immaginare, lo prese per la manica e diresse la sua attenzione alle mani che battevano e si agitavano furiosamente per la "gioia" insieme a cappelli e fazzoletti. Poi (Beethoven) si rivolse al pubblico e si inchinò." Un inchino che hai presenti sembrò fermare il tempo ad un punto d'arrivo dell'umanità stessa.

Le testimonianze di chi assistette al concerto furono di questo "tenore": "Mai nella mia vita ho sentito applausi così frenetici e allo stesso tempo cordiali."; "Ad un ceto punto il secondo movimento della Sinfonia è stato completamente interrotto da applausi... E c'è stata una richiesta di ripetizione." ; "... L'applauso scoppiò in una tempesta quattro volte. All'ultimo c'erano grida di evviva!"; "Quando il parterre scoppiò nel quinto frenetico applauso, il commissario di polizia ha urlato 'Silenzio!'"

Queste le parole di Beethoven sul tripudio appena ricevuto: "Il mio trionfo è ormai raggiunto. Per ora posso parlare dal mio cuore. Ieri ho ancora temuto che la Messa sarebbe stata vietata perché ho sentito che l'Arcivescovo aveva protestato contro di essa (In quanto non veniva eseguita in una chiesa). Dopo tutto, avevo ragione a non dire nulla inizialmente al commissario di polizia, per Dio, sarebbe successo! "

Il nipote di Beethoven Karl doveva andare al botteghino per ritirare l'incasso in presenza di suo zio, poiché Beethoven voleva la sua presenza come testimone alla transazione. L'utile della serata per fu al di sotto delle attese: solo 420 fiorini rimasti dopo tutti i costi, e restavano ancora da pagare alcune piccole spese. Beethoven sfogò la sua rabbia verso tutti coloro che lo avevano aiutato nella messa in scena dell'evento durante alla cena a cui li aveva invitati. I suoi collaborati Umlauf, Schuppanzigh e Schindler contrariati se ne andarono. Un secondo concerto si tenne domenica 23 maggio. Il tempo era molto caldo e bello e anche per questo il teatro si riempì solo a metà. Duport, l'organizzatore, subì una perdita di 800 fiorini, mentre a Beethoven erano stati garantiti 500 fiorini. Nel frattempo, il Maestro aveva inviato una copia della sua Sinfonia alla Società Filarmonica di Londra e aveva, il 24 Aprile 1824, ricevuto la somma di cinquanta sterline inglesi.

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La fine della vita a l'inizio dell'immortalità (1824-1827)

Molto è stato scritto circa la qualità dei Quartetti per archi di Beethoven nell'ultimo periodo della sua vita. Durante la primavera del 1824, mentre i preparativi per la prima delle sue due ultime grandi opere a maggio erano in corso, Beethoven aveva negoziato con gli editori Schott & Sons di Magonza per la loro pubblicazione. Anche gli ultimi quartetti, così come il primo Quartetto Gallitzin per archi, op. 127, sarebbero eventualmente stati pubblicati da questa azienda.

Entro l'estate del 1824, il nipote di Beethoven Karl continuò i suoi studi di lingue classiche presso l'Università di Vienna. Il suo desiderio era tuttavia quello di fare carriera militare. Beethoven era continuamente in ansia per il nipote e non era affatto sicuro che mettesse negli studi tutto il suo impegno. Nel settembre del 1824, Andreas Streicher, preoccupato per la situazione finanziaria di Beethoven, suggerì al suo amico di tenere sei concerti in abbonamento per le classi agiate di Vienna durante il prossimo inverno, cosa che, sulla base di una previsione di 600 abbonati, avrebbe potuto far ricavare un profitto di 4.800 fiorini. Oltre a questo spinse per accelerare i piani di Beethoven di avere le sue opere complete pubblicate, con conseguenti altri guadagni per 10.000 fiorini. Infine, suggerì di vendere le trascrizioni per pianoforte e organo della Missa Solemnis alle società corali.

La preoccupazione di Beethoven sulla condotta del nipote Karl non diminuì mai. Dopo avere passato l'estate a Baden, al suo ritorno a Vienna si lamentò delle difficoltà a proseguire il suo stile di vita come compositore sordo (l'eccessivo rumore pianoforte!). I suoi litigi con Karl lo convinsero a trasferì, per avere maggiore tranquillità al numero 1009 di Krugerstraße per l'inverno 1824-1825.

La composizione principale di Beethoven del 1824 fu il Quartetto in mi bemolle op. 127. Sappiamo che il principe russo Gallitzin richiese questo lavoro a Beethoven nell'autunno del 1822. I lavori cominciarono dopo il maggio 1824 Nel frattempo, il principe Gallitzin aveva ordinato anche la Messa e pagato a Beethoven un compenso di 50 ducati per essa.
 

La lettera di Gallitzin del 8 Aprile 1824, descrisse a Beethoven la prima esecuzione integrale della Missa Solemnis a San Pietroburgo il 7 aprile. L'opinione di Gallitzin era che le bellezze di questo lavoro sarebbero state pienamente comprese solo in futuro. Il compositore inviò il quartetto completato a Gallitzin alla fine dell'anno.

Charles Neate di Londra, nella sua lettera a Beethoven del 20 dicembre 1824, estese un altro invito da parte della Società Filarmonica per visitare Londra. Beethoven rispose il 15 gennaio sostanzialmente accettando l'offerta e la richiesta di un anticipo che, secondo la lettera di Neate del 1° febbraio, non poteva essere prorogato dalla Società Filarmonica. Gli amici di Beethoven lo esortarono ad andare in Inghilterra, ma le paure per la salute e le preoccupazioni per Karl lo fecero desistere.

L'ex allievo di Beethoven Ries aveva nel frattempo acquistato una tenuta a Godesberg e vi si stabilì. Da lì continuò a corrispondere con Beethoven, invitandolo ad andare a trovarlo. Ries riferì a Beethoven del successo del 23 maggio 1825, della Nona Sinfonia ad Aquisgrana. Mandò a Beethoven 40 Luigi d'oro come "royalties". Ries giudicò la Nona Sinfonia "un'opera con la quale niente può reggere il confronto e se Lei non avesse scritto niente altro che questo, sarebbe già divenuto immortale."

Sempre nella primavera del 1825, Beethoven continuò volentieri a lavorare al suo prossimo Quartetto per archi op. 132, con schizzi per i primi due movimenti dove fece buoni progressi fino a quando il suo stato di salute peggiorò drasticamente. Questa la lettera che scrisse 18 aprile a medico Anton Braunhofer: "Al mio amico onorato. Mi sento male e spero che non mi negherà il suo aiuto in quanto sto soffrendo grande dolore. È possibile per voi visitarmi fin da oggi, cosa di cui la prego dal profondo del mio cuore - con gratitudine eterna e rispetto, vostro Beethoven "

Braunhofer ordinò a Beethoven una dieta rigorosa: niente vino, niente caffè, niente spezie di ogni tipo. Con l'inizio di maggio, le condizioni del Maestro migliorarono a tal punto che avrebbe potuto partire per Baden. Il 17 maggio confermò a Karl che stava lavorando nuovamente al Quartetto in La minore, op. 132.

Il Quartetto in La minore fu eseguito pubblicamente il 6 novembre nella sala della Musikverein (Società Musicale) per un concerto di beneficenza per Josef Linke. Questo concerto, che comprendeva anche Karl Maria von Bocklet come pianista, suonò anche il Trio in Si bemolle maggiore, e fu un grande successo. L'amico di Beethoven Ignaz Schuppanzigh dai tempi del quartetto d'archi privato del conte Razumovsky ebbe il permesso di eseguire nuovamente il Quartetto in La minore il 20 novembre.

Durante la tarda estate e l'autunno del 1825, Beethoven lavorò anche Quartetto in si be molle op. 130 che fu completato nel mese di novembre. Questo lavoro fu venduto alla casa editrice musicale Artaria ma non uscì che nel maggio 1827.

L'anno 1826 vide la creazione del più grande quartetto per archi di Beethoven, il Quartetto in do diesis minore, op. 131, e quella del suo ultimo Quartetto per archi, op. 135, così come un nuovo ultimo movimento del Quartetto op. 130, pezzi meravigliosi composti nel bel mezzo di costanti preoccupazioni di salute oltre che di discussioni con Karl circa la sua condotta.

Coloro che erano in stretto contatto con Beethoven durante questo periodo erano Holz come suo segretario privato, Stephan von Breuning e la sua famiglia, Schindler come osservatore e consulente parzialmente geloso (di Holz), e qualche volte suo fratello Johann. Dopodiché aveva saltuarie conversazioni con Schuppanzigh, Grillparzer, Abbé Stadler e Matthias Artaria.

Verso la fine di gennaio i vecchi disturbi addominali di Beethoven ritornarono. Il compositore si lamentava anche di un fastidio agli occhi. Gli fu detto nuovamente di astenersi da alcol e caffè. Nel mese di marzo parve essere migliorato. In questo periodo, il Maestro si interessò anche alla prima esecuzione del suo Quartetto, op. 130 che fu eseguito il 21 marzo. La maggior parte dei movimenti di quest'ultima composizione, vennero immediatamente apprezzati dal pubblico.

Nel mese di maggio, Beethoven era in ansia per non avere ancora ricevuto il pagamento da parte del principe Gallitzin per i suoi due quartetti che aveva già inviato in Russia. Ci volle fino a novembre per ricevere una risposta dalla Russia in cui Gallitzin spiegava che aveva sofferto grandi perdite da diversi fallimenti, ma che avrebbe "sicuramente" inviato il pagamento presto. Beethoven firmò un'ultima lettera a Gallitzin per i suoi soldi sul letto di morte e non riuscì a vedere la risposta.

Nel bel mezzo di piani di Beethoven per trascorrere finalmente il resto della stagione calda a Ischl o a Baden bei Wien, ebbe luogo un evento tra i più traumatici nella vita del compositore, il tentativo di suicidio di Karl. Mentre quest'ultimo nella primavera del 1825 iniziò a studiare al politecnico Beethoven stimò che per un interno anno la spesa per il suo mantenimento sarebbe stata di circa 2.000 fiorini per scuola, alloggio e lezioni private (per fargli recuperare il tempo perduto). In cambio di questo "investimento" il compositore voleva vedere risultati tangibili da parte del nipote, il cui sogno restava quello di diventare un soldato. Il suo passaggio dagli studi linguistici classici a quelli di economia fu un compromesso che non funzionò.

Beethoven voleva anche che Karl a tornasse a vivere con lui e solo a malincuore accettò la sua permanenza a casa del suo impresario Wenzel Schlemmer. Le loro conversazioni sembravano ormai consistere principalmente in prediche e rimproveri dello zio e autodifese di Karl. Anche l'altro zio Johann cercò di intervenire, consigliando al fratello di trovare un lavoro a Karl al termine del suo corso estivo. La situazione era molto tesa e Beethoven diffidava di Karl anche per questioni di denaro e voleva sempre vedere  le ricevute per le sue spese. Almeno una volta, Karl sembrò avere una reazione violenta nei confronti dello zio che Holz interruppe.

Il controllo di Beethoven su Karl arrivò fino al punto di andare a prenderlo a scuola. Durante gli ultimi giorni di luglio, il Maestro ricevette la notizia che Karl era scomparso e che voleva togliersi la vita. A quel punto pregò Holz di andare a cercarlo e riportarlo a casa. Karl aveva dato in pegno il suo orologio il 29 luglio. Con il ricavato comprò due pistole, polvere da sparo e proiettili, si recò a Baden, passò la notte a scrivere lettere allo zio e al suo amico Niemetz. Il giorno successivo si arrampicò su per le rovine del Castello do Rauhenstein  e si sparò due colpi alla tempia sinistra. Il primo proiettile lo mancò, probabilmente per il tremore della mano, il secondo gli strappò la carne e sfiorò l'osso, ma non gli si conficcò in testa.  Un cocchiere incontrò Karl e lo portò a casa di sua madre a Vienna, dove Beethoven lo trovò. Holz, riferì l'accaduto alla polizia e Beethoven tornò a casa, mentre un medico aveva prestato le prime cure al giovane. La polizia trasportò Karl dalla casa di sua madre in ospedale il 7 agosto. Come era consueto in questi casi, a un sacerdote fu ordinato di fornire un po' di conforto spirituale al tentato suicida per indurlo a una conversione. Holz riferì a Beethoven che Karl si era stancato della vita, percepita in modo così diversa da suo zio, e alla polizia e al magistrato Karl disse che Beethoven "lo tormentava troppo" e che "Sono peggiorato, perché mio zio voleva ce fossi migliore di quello che sono. "

Il gesto del nipote ebbe un effetto devastante su Beethoven. Dopo poco tempo dall'accaduto appariva molto invecchiato, dimostrava secondo Schindler, l'aspetto di un uomo di settant'anni (ne aveva 55). Stephan von Breuning, che era consigliere di corte nel dipartimento di guerra imperiale, consigliò per Karl la carriera militare e suggerì anche a Beethoven di rinunciare alla sua tutela. Nel frattempo, il compositore aveva già cominciato a lavorare al suo ultimo Quartetto per archi, op. 135. Stephan von Breuning fece in modo che Karl entrasse nel reggimento del barone von Stutterheim come cadetto e accettò anche di agire come super visore del giovane.

Prima che Karl fu assegnato al suo reggimento fu deciso che Beethoven e il nipote avrebbero passato il tempo necessario per recuperare nella tenuta di Johann van Beethoven a Gneixendorf. Johann era a Vienna in quel momento e offrì loro questa scelta. Il 28 settembre partirono per una breve visita che si trasformò in un soggiorno di due mesi.

Beethoven arrivò a Gneixendorf già in un grave stato di salute,, inoltre non godette della compagnia di suo fratello e della cognata. Da allora in poi, Beethoven rimase nella sua stanza durante suoi pasti. In quella bella campagna camminava attraverso i campi intorno Gneixendorf, gesticolando, canticchiando, ascoltando la musica nel suo "orecchio interno". Così la op. 135 venne completata nel Gneixendorf insieme al nuovo ultimo movimento dell'op. 130. La salute di Beethoven era peggiorata durante il soggiorno. Ben presto il Maestro poteva mangiare solo minestre e uova bollite, ma beveva ancora vino e contrattasse un virus gastrointestinale. Verso la fine di novembre, perse il suo appetito, lamentandosi di avere sete. Sviluppò anche un edema ai piedi. Tutto questo indicava una grave malattia del fegato. Johann ora era preoccupato per futuro di Karl e esortò Beethoven a portarlo di nuovo a Vienna in modo che potesse raggiungere il suo reggimento. Lo stato confusionale di Beethoven in quei giorni era tale che chiese al fratello di lasciare le sue intere proprietà al nipote Karl, tagliando così fuori la moglie Therese. Per quanto riguarda il veicolo in cui tornarono a Vienna, non si dovrebbe fare affidamento su un'interpretazione distorta di Schindler secondo la quale Johann avrebbe negato al fratello l'uso della sua carrozza. Tuttavia, si può supporre che viaggiarono in un vagone aperto, come Beethoven in seguito dichiarò al suo medico.

Beethoven e il nipote arrivarono a Vienna sabato 2 dicembre. Il compositore aveva la febbre. Le circostanze della convocazione di un medico in ritardo da parte di Karl per suo zio sono tutt'altro che chiare. Il terzo giorno con la febbre, il medico Wawruch visitò Beethoven. Dopo sette giorni, Beethoven poté alzarsi, leggere e scrivere, trovando il tempo di rispondere a una lettera dell'amico Wegeler di un anno prima. Il giorno dopo, però, Wawruch trovò il suo paziente peggiorato dopo un grave attacco di colica. La malattia, un edema polmonare, con attacchi di soffocamento notturni progredì rapidamente.

Nel mese di febbraio, Beethoven divenne molto malinconico sia per l'esito della sua malattia, sia per le preoccupazioni finanziarie. Nel mese di marzo, nessuno negò più a Beethoven i semplici piaceri del vino e della buona cucina, in quanto l'esito della sua malattia era ormai chiaro. Il barone Pasqualati, i von Breuning e Streicher inviarono tutti al Maestro doni di questo tipo. In quei giorni, oltre alle opere di Handel, Beethoven studiò anche quelli del suo giovane collega viennese, Franz Schubert, gridando, "veramente una scintilla divina dimora in Schubert" Con il suo amico, Anselm Hüttenbrenner, come riporta Thayer, Schubert avrebbe visitato Beethoven otto giorni prima della sua morte. Johann Nepomuk Hummel lo visitò l'8 marzo.

"Verso le cinque cominciò a piovere. Allo stesso tempo un lampo di luce illuminava la stanza (davanti alla casa, il terreno era coperto di neve). A questo Beethoven aprì gli occhi e alzò la mano destra...Quando la sua mano cadde di nuovo sul letto, i suoi occhi erano mezzi chiusi. La mia mano destra gli teneva la testa, la sinistra gli premeva il petto. Nessun respiro gli passò per le labbra, il suo cuore aveva smesso di battere...".[1]

 

Verso l'una il 24 marzo, arrivò la spedizione di vino della Mosella dono degli amici del compositore. Beethoven, guardando le bottiglie, mormorò, "peccato, peccato, troppo tardi!" Queste furono le sue ultime parole riportate. Gli furono dati alcuni cucchiai di vino. Più tardi quel giorno, cadde in un coma che sarebbe durato per due giorni. Beethoven morì il 26 marzo alle cinque e mezzo di sera durante un temporale feroce che nel frattempo si abbatteva su Vienna.

 

Mentre il compositore Anselm Hüttenbrenner era presente durante ultimi momenti di Beethoven, Schindler e von Breuning erano andati a prendere accordi per la sua sepoltura nel vicino cimitero di Währing. Il giorno dopo, von Breuning, Schindler, Johann van Beethoven e Holz si riunirono nell'appartamento per cercare le carte di Beethoven e le azioni della banca che aveva comprato anni prima. Le azioni furono poi trovate in un cassetto, insieme con la sua lettera all'Amata Immortale.

I funerali di Beethoven ebbero luogo alle tre del pomeriggio del 29 marzo. Una folla di forse oltre 10.000 (e forse non del tutto 20.000, come riferì Gerhard von Breuning) si era radunata davanti alla Schwarzspanierhaus per dire addio al Maestro. Se durante gli ultimi mesi della sua malattia Beethoven sembrò quasi essere stato quasi dimenticato dai viennesi, la notizia della sua morte li scosse potentemente dalla loro indifferenza. Già un paio d'ore prima del tempo fissato, un'enorme folla si era ammassata davanti allo Schwarzspanierhaus, la casa dove Beethoven spirò e incessantemente da ogni direzione continuavano ad affluire, a schiere, persone partecipi o curiosi. Tutte le più eminenti personalità artistiche di Vienna erano presenti. Gerhard von Breuning racconta che la bara era portata da otto direttori d'orchestra, Eibler, Hummel, Seyfried, Kreutzer, Weigl, Gyrowetz, Würfel e Gänsbacher, e che un gran numero di musicisti circondava la bara, recando ceri, tra questi Franz Schubert, Carl Czerny e Schuppanzigh. "Sembrava che il corteo, formato da migliaia di persone, non avesse fine; l'intera Vienna sembrava essersi riversata in strada."

Nel cimitero di Währing, che all'epoca era in aperta campagna, fu costruito sul tumulo, un piccolo e semplice monumento, raffigurante una piramide, in cima alla quale era appena una lira molto grossolana, e sotto semplicemente il nome del compositore. Il 13 ottobre 1863 i resti mortali di Beethoven furono riesumati. Furono sottoposti a misurazioni e fotografati, ricomposti e posti in una cassa di zinco, per essere nuovamente inumati a Währing. La cerimonia si svolse alla presenza di un folto pubblico, tra cui Ludwig van Beethoven (1839-1890), pronipote del Maestro, figlio del nipote Karl. Il cimitero di Währing fu poi chiuso. Il 21 giugno 1888, a 61 anni dalla morte del Maestro, vi fu una nuova riesumazione, seguita da una tumulazione definitiva nel cimitero di Zentralfriedhof a Vienna, nella sezione delle "tombe di onore". Nella stessa occasione furono spostate qui anche le spoglie di Schubert, che era stato sepolto nello stesso cimitero, a breve distanza da Beethoven per sua eplicita richiesta in vita. Per Beethoven fu eretto un monumento funebre identico a quello di Währing. Nello Zentralfridhof, nella zona dedicata ai musicisti, accanto a Schubert, Brahms, Lehar, gli Strauss e tanti altri compositori, riposano anche gli Streicher, i grandi costrutturi di pianoforti. La moglie, la signora Nanette che tanto fu cara a Beethoven è a pochi metri dalla tomba del suo amico, quasi di faccia a lui.

Oggi a Währing il territorio del cimitero è ridotto ad un modesto giardino pubblico, circondato da abitazioni, lo Schubert-Park. Sono rimaste solo le antiche tombe di Beethoven e Schubert, appoggiate al muro di cinta, apparentemente ignorate dalla vita che si sussegue tutto attorno.

Infine una piccola divagazione "ultra terrena". Nel secolo scorso fece molto discutere il caso di una musicista inglese Rosemary Isabel Brown, che sosteneva di essere in contatto con i più grandi compositori del passato, tra cui Beethoven, che le dettavano nuove composizioni dall'aldilà. Vorrei credere a queste cose, ma non ci riesco. Vorrei farlo solo per sentire ancora nuova musica uscire da un'anima immortale.  "L'amore vuole tutto... e ha ragione." Ludwig van Beethoven.

Per Informagiovani Italia Massimo Serra

Vedi sull'argomento gli articoli di Beethoven a Vienna, Casa-museo di Beethoven ViennaMozart a Vienna e I luoghi dove visse Beethoven a Vienna.


[1] Racconto della morte di Beethoven, di Anselm Hüttenbrenner, a Vienna, 26 marzo 1827

Bibliografia

  • A. W. Thayer, Krehbiel, Henry Edward (ed, trans); Deiters, Hermann; Riemann, Hugo, The Life of Ludwig Van Beethoven, Vol 1, The Beethoven Association, 1921

  • Benedetta Saglietti, Beethoven, ritratti e immagini. Uno studio sull'iconografia, EDT-De Sono, Torino, 2010

  • Maynard Solomon, Beethoven, New York, Schirmer Books, 2001

  • Glenn Stanley, The Cambridge Companion to Beethoven, Cambridge, Cambridge University Press, 2000

  • Lewis Lockwood, Beethoven: The Music And The Life, W. W. Norton, 2005

  • Sachs, Harvey, The Ninth: Beethoven and the World in 1824, London, Faber

  • Solomon, Maynard. Beethoven. New York: Schirmer Books, Paperback Edition 1979

  • P. Rattalino, Le sonate per pianoforte di Beethoven, Torino, 1970 (1989)

  • N. Salvaneschi, La vita eroica di Beethoven, Dall'Oglio, Milano 1947.

  • G. Scuderi: Beethoven, le sonate per pianoforte, (ed. Milano, Sonzogno, 1933, rist. 1951), Franco Muzzio Editore, Padova, 1985

  • M. Solomon, Beethoven / La vita, l'opera, il romanzo familiare, a cura di Giorgio Pestelli, Marsilio Editori, Venezia, 1986-2002

  • M. Solomon, Il diario di Beethoven, Milano, 1992

  • G. Pugliese, Il pianoforte di Beethoven, Treviso, 1991

  • Beethoven Remembered. The Biographical Notes of Franz Gerhard Wegeler and Ferdinand Ries. Great Ocean Publishers, 1987.

  • Breuning, Gerhard von. Memories of Beethoven. From the House of the Black-Robed Spaniards. Edited by Maynard Solomon.: Cambridge University Press, 1992.

  • Cooper, Barry: Beethoven. (Master Musician Series, edited by Stanley Sadie). Oxford: Oxford University Press, 2000.

  • Kolodin, Irving: The Interior Beethoven. New York: A. Knopf, 1975.

 

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